Essendo in periodo natalizio, vorrei farvi pensare a una tradizione tutta italiana, che ci accompagna da ormai mezzo secolo: la visione di un cinepanettone!
Dalla loro “nascita”, risalente al 1985 con l’uscita del primo “Vacanze di Natale”, i cinepanettoni hanno attraversato varie decadi descrivendo, pellicola dopo pellicola, la società italiana contemporanea soprattutto nella sua parte più “profana”.
Eppure produzioni appartenenti a questo filone cinematografico continuano ad uscire, malgrado le numerose critiche e accuse alla loro comicità, a volte greve e pecoreccia, spesso distante dai giorni nostri e troppo legata ai classici stereotipi anni ‘80.
Tuttavia, credo che questo tipo di comicità e questo modo di gestire personaggi e trama non siano propri solo dei cinepanettoni, penso piuttosto si tratti di un genere di divertimento molto popolare che ha antiche origini. Anche le opere del commediografo latino Tito Maccio Plauto (255/250-184 a.C.) infatti, erano fondate su una comicità semplice, personaggi stereotipati e una trama basata su improbabili e fortuite coincidenze ed equivoci. Anche le commedie plautine descrivevano la società contemporanea, senza però polemizzare e fare un’aspra critica dei problemi sociali dell’epoca.
Inoltre, sia il pubblico delle commedie plautine, sia il pubblico di oggi dei cinepanettoni guardava queste commedie e guarda questi film allo scopo di passare un breve momento totalmente spensierato, lontano dal lavoro (o negotium e officium per i latini), per farsi sane risate da godere in compagnia di parenti e amici.
E’ interessante notare come alcune maschere e alcuni schemi fissi della commedia plautina si possano ritrovare anche nei vari film di questo filone.
Prendendo in considerazione alcune maschere (o personaggi) delle due realtà, possiamo trovare: il senex libidinosus, un uomo avanti con gli anni che nonostante ciò, prova attrazione con risvolti ridicoli e grotteschi verso una fanciulla più giovane. Abbiamo una chiara analogia tra il senex Lisìdano dell’opera Casina e il personaggio interpretato da Massimo Boldi in “Amici come prima”.
Abbiamo poi il parasitus, un povero squattrinato senza averi che farebbe di tutto pur di ricevere cibo e denaro da una persona ricca; di questa maschera abbiamo un esempio nella commedia Miles Gloriosus con il personaggio Artotrogo, e in “Natale a New York” nel personaggio interpretato da Christian De Sica (che arriverà per bisogno a sposare la persona da cui dipende).
Lo iuvenis, un giovane ragazzo né santo né malvagio, ma solo con la testa tra le nuvole e con la continua voglia di divertirsi tra feste e ragazze, di cui si può riscontrare un esempio nella commedia Aulularia con Licónide e di cui abbiamo molti modelli presenti nei primissimi cinepanettoni (essendo gli attori protagonisti per lo più giovani all’inizio del filone).
Passando invece agli schemi ricorrenti, citandone un paio, si può rilevare l’uso eccessivo e semplificatorio di coincidenze troppo equivoche, forzate e banali, presenti nella commedia Miles gloriosus e in uno qualsiasi dei moderni film di genere. Oppure della trovata dell’agnizione, ovvero il riconoscimento di una persona per ciò che veramente è: ad esempio, come presente nella commedia Casina, si riconosce una trovatella come figlia di una famiglia agiata, e nel film “Natale da Chef” si riconosce una ragazza conosciuta a inizio film come giudice della gara culinaria.
Conclusi questi paragoni, è doveroso evidenziare le differenze tra i due generi come, ad esempio, il periodo in cui erano interpretati: le commedie plautine erano infatti rappresentate solo nel periodo estivo-autunnale mentre i cinepanettoni solo nel periodo natalizio e sottolineare anche il fatto che le commedie plautine siano tra le ultimissime tracce della società Romana arcaica e del primo teatro Romano.
Milo Legnani 3ªAC