Al giorno d’oggi, è difficile trovare qualcuno che non lo conosca: lui è Harry Styles, cantautore britannico, ex membro degli One Direction, ha esordito da solista nel 2017 con l’album omonimo e recentemente è stato argomento di numerosi dibattiti in tutto il mondo, sfociati inevitabilmente in una bufera mediatica che ha diviso il pubblico in due schieramenti.
Ma andiamo per ordine. Lo scorso dicembre, Harry è apparso sulla copertina di Vogue America: evento già di per sé memorabile, in quanto il cantante è stato il primo uomo a comparire da solo sulla prima pagina della prestigiosa rivista americana in 127 anni, ossia dall’uscita del primo numero. L’argomento al centro di queste polemiche sono stati, però, gli scatti apparsi sulla rivista, dove Harry indossa vari outfit che comprendono vestiti e gonne. Per esempio, nella foto in copertina, troviamo il cantante in giacca doppiopetto e abito lungo a balze (tutto firmato Gucci, ovviamente).
Proprio nell’intervista rilasciata per Vogue USA, il cantante ha affermato: “A volte vado nei negozi e mi ritrovo a guardare i vestiti delle donne pensando che siano fantastici. È così per qualsiasi cosa: ogni volta che metti delle barriere nella tua vita, ti stai limitando. C’è così tanta gioia nel giocare con i vestiti. Non ho mai pensato troppo a cosa significhi: è solo un altro modo per essere creativi”. Di certo, per Harry Styles non è una novità ribellarsi agli stereotipi della moda. Per il Brit Awards 2020, infatti, aveva abbinato un colletto di pizzo e scarpe Mary Jane con delle fantastiche unghie color lavanda: oppure, al Gala del Met dell’anno prima, aveva indossato una blusa di Gucci di organza trasparente nera con jabot di pizzo, accessoriata da un orecchino di perla pendente, proprio come la Ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer.
Dopo la pubblicazione della rivista con la copertina in questione, si è acceso il dibattito. “Ridateci i nostri maschi macho” ha protestato una commentatrice pro-Trump su Twitter, Candace Owens. Non mancano però celebrità che si sono schierate dalla parte di Harry, come l’attrice e regista Olivia Wilde, che ha scelto Styles per il suo prossimo film con Florence Pugh. “Sei patetica” Scrive, rivolgendosi alla Owens. O ancora: “Penso ti sia persa la definizione di cosa sia un uomo. La mascolinità da sola non fa un uomo” twitta l’attore e doppiatore Elijah Wood.
“Bring back manly men”, questa è stata la denuncia della cara Owens. Lei dice basta a questa nuovissima e assurda tendenza, tale per cui alcuni uomini indossano capi o tessuti prettamente femminili. Ah, i bei tempi della mascolinità sono solo un ricordo, purtroppo: non ci sono più gli uomini forti e virili dei secoli passati. Che belli, gli anni Settanta e Ottanta! In quel periodo, sì che c’erano dei veri uomini: David Bowie, Mick Jagger, i KISS… Ecco, forse il XX secolo non è il più adatto per confermare la mia tesi. Prendiamo in considerazione il XIX secolo, allora. Durante quel secolo si vestivano proprio come veri manly men: col frac, i fiocchi al collo, i corsetti… Mi pare che neanche l’Ottocento sia adatto per sostenere la tesi.
Per non parlare del ‘700, in cui gli uomini indossavano parrucche elaborate, abiti sfarzosi e di colori sgargianti, fiocchi e volant, così come nel ‘600 e nel ‘500, con l’aggiunta, però, di make-up e calzamaglia. Non serve, poi che vi spieghi come si vestivano gli uomini nel Medioevo e nell’Età antica.
Per millenni, gli uomini hanno indossato capi che oggi consideriamo femminili: per questo motivo, gli uomini del passato sono da considerare meno uomini di quelli che vivono nel presente? Solo perché indossavano calzamaglia, corsetti e parrucche? Che differenza c’è tra un uomo che indossa una tunica nel passato, che in realtà è un vero e proprio vestito, e un uomo che porta una gonna o un vestito nel presente?
Anche le donne, se si mettono dei pantaloni, sono considerate più maschili? Perché no? Alla fine i pantaloni sono sempre stati indossati da uomini. Perché, da circa cinquant’anni a questa parte, le donne indossano capi strettamente maschili, come completi e pantaloni? Allora, io dico: “Bring back womanly women!”.
P.S.: anche Gesù indossava un vestito.
Giorgia Lorenzin 1^CE, Francesca Angelillo 3^AL