PAPPALARDO MARTINA 1^CL – CIVELLI BEATRICE 2^CL MARTINA PAPPALARDO (MP): Ciao a tutti! Qui è In Punta Di Penna, il giornalino degli studenti del Liceo Legnani. Oggi intervisteremo Andrea Cremaschi.
INTERVISTA
BEATRICE CIVELLI (BC): NOME?
ANDREA CREMASCHI (AC): Andrea.
MP: COGNOME?
AC: Cremaschi.
BC: QUALE CLASSE FREQUENTI?
AC: 5^AE.
MP: IN COSA CONSISTE ESATTAMENTE IL PATTINAGGIO IN LINEA?
AC: ci sono diverse specialità, dai 100 metri alle maratone di 100, 200, 500, 1000 e così via; si può correre in pista o in strada; a seconda della specialità lo scopo è quello di arrivare primi al traguardo oppure di fare il numero di punti necessari per vincere.
BC: QUANDO HAI DECISO DI ADDENTRARTI NEL MONDO DEL PATTINAGGIO PER LA PRIMA VOLTA?
AC: avevo neanche 5 anni, ho iniziato a Origgio. Io sono di Origgio, ho cominciato nella pista vicino a casa mia abbastanza per caso, da lì poi è nato tutto un mondo attorno e mi sono appassionato.
MP: QUANTE ORE DEDICHI ALLO STUDIO OGNI GIORNO? AC: dipende dai periodi: ci sono dei periodi più impegnativi di altri, dove chiaramente l’idea è quella di organizzarmi sempre, evitando i cosiddetti “cariconi finali” quindi magari le 5-6 ore il giorno prima di una verifica o interrogazione. Cerco di distribuire al meglio le cose e comunque mediamente sono 1-2 ore di studio ogni giorno, ma ripeto che dipende dal periodo.
BC: QUANTE ORE DEDICHI ALLO SPORT SETTIMANALMENTE? PER UN TOTALE DI QUANTI ALLENAMENTI A SETTIMANA? AC: allora, faccio allenamenti quotidianamente, quindi tutti i giorni e le ore variano anche lì dal periodo: ci sono periodi più calmi come questo dopo il mondiale, dove mi alleno una volta al giorno per 1,30-2 ore; ci sono dei periodi invece più impegnativi dove gli allenamenti sono due volte al giorno e sono arrivato anche ad allenarmi 4-5 ore al giorno.
MP: IL PATTINAGGIO IN LINEA È UNO SPORT INDIVIDUALE? AC: ci sono – come detto prima – diverse specialità. Generalmente è uno sport individuale, però ci sono anche gare a squadre come la staffetta, dove il titolo viene attribuito alla squadra, che sono tre (squadre); poi in generale le gare di fondo e le gare lunghe nelle quali è comunque fondamentale avere un team, una squadra con cui gareggiare perché si fa gioco di squadra tra di noi e ci si aiuta.
BC: QUESTO SPORT PREVEDE UN NUMERO ELEVATO DI COMPETIZIONI DURANTE L’ANNO? OPPURE SOLAMENTE POCHE CHE RICHIEDONO UNA PREPARAZIONE PIÙ LUNGA? AC: di competizioni importanti ce ne sono poche: Campionati Italiani, Europei e Mondiali; le altre sono competizioni che noi usiamo più come allenamento, per mantenere la forma al meglio: sono circa 1-2 al mese.
MP: TROVI DIFFICILE CONCILIARE LO SPORT E LO STUDIO? AC: all’inizio sì, molto, nel senso che appena ho iniziato a fare le cose sul serio, quindi a partire dalla terza (l’anno di transizione con nuove materie e nuovi argomenti più difficili) anche nello lo sport ho fatto il primo campionato Europeo nel 2018; quindi sì, all’inizio le difficoltà c’erano, ma grazie all’aiuto dei professori, che mi sono sempre venuti incontro ed io che sono sempre andato incontro a loro, riusciamo a mantenere un bell’equilibrio. Le difficoltà – è inutile negarlo – ci sono, ma con l’aiuto di entrambi si può davvero fare tutto.
BC: È STATA UNA TUA INIZIATIVA QUELLA DI INIZIARE A PATTINARE? OPPURE HAI SEGUITO LE ORME DI AMICI O CONSIGLI?
AC: ho iniziato quando ero piccolo, quindi non sono andato a cercarlo io (un nuovo sport), tuttavia mia sorella voleva cambiare il suo. Lei faceva danza e ha deciso di andare a vedere per pallavolo a Origgio, ma aveva sbagliato l’orario e quindi ci siamo imbattuti in un allenamento di pattinaggio. Da lì in poi sia io che lei siamo subito rimasti affascinati e abbiamo deciso di iniziare.
MP: TI ALLENI INDIVIDUALMENTE OPPURE IN GRUPPO? AC: dipende dalla gara che vogliamo preparare. Ci sono delle gare, come detto prima, che vanno preparate individualmente e in quel caso mi alleno comunque in squadra, ma magari separatamente, quindi nella stessa pista ma facendo lavori diversi, mentre ci sono altre volte in cui siamo tutti assieme e facciamo lavori in team.
BC: I TUOI COMPAGNI DI CLASSE VENGONO MAI A VEDERTI DURANTE LE COMPETIZIONI?
AC: durante l’anno scorso non ci sono state competizioni importanti, per via del il Covid. Quest’anno invece tutte le competizioni che ho fatto sono state molto lontane: ho corso principalmente nel centro-sud, ho corso in Portogallo, ho fatto gli Europei e il Mondiale in Colombia, però ho sempre sentito una vicinanza molto stretta da parte loro, mi sono sempre stati vicini anche solo con un messaggio, una chiamata. Anche quando ero dall’altra parte del mondo li sentivo veramente con me e questo mi ha dato tanta forza e mi ha dato molto piacere.
MP: I TUOI COMPAGNI DI CLASSE HANNO UN PENSIERO PARTICOLARMENTE POSITIVO O NEGATIVO SULLO SPORT CHE PRATICHI?
AC: certo, sono anche loro contentissimi, perché come ho detto prima, io gareggio anche per tutte le persone che mi supportano e loro sono tra i primi (tra le prime persone che mi sostengono); loro mi hanno sempre incoraggiato, mi hanno dato molta energia e anche molta carica. Persino quando al Mondiale ho fatto tanta fatica nei primi giorni, loro mi sono stati vicini e davvero li ringrazio. Quando sono tornato a casa (dai Mondiali) mi hanno fatto proprio capire il loro calore e la loro vicinanza.
BC: QUAL È STATO IL PERIODO PIÙ DIFFICILE DA AFFRONTARE NELL’AMBITO SPORTIVO?
AC: sicuramente il periodo pre-Mondiale, nel senso che abbiamo accumulato tanto stress. L’inizio della scuola, della quinta, è coinciso con il periodo in cui si è volto il Mondiale, perché quest’anno è stato fatto a Novembre, quindi conciliare sport, scuola, allenamenti e un minimo di vita privata è stato difficile. Vita privata che non c’è stata comunque; devi capire quello che vuoi fare e dedicarti a quello che ritieni opportuno e quindi il periodo più difficile è questo qua (periodo dei mondiali, il quale coincide con l’inizio della scuola).
MP: QUAL È LA COSA PIÙ GRATIFICANTE NELLO SPORT CHE PRATICHI?
AC: sicuramente al di là della soddisfazione, la cosa più gratificante per me è il riconoscimento che ottengo e che sto ottenendo da tutte le persone che mi supportano, che mi seguono, che mi hanno visto crescere e fare questo percorso fin dall’inizio.
BC: SEI MAI STATO DELUSO DA UNA TUA PRESTAZIONE? AC: sì, è capitato, ma già banalmente all’ultimo mondiale sono arrivato secondo per 15 millesimi nella gara che avevo preparato meglio. In occasioni come questa rimani deluso e al contempo contento, perché sei comunque il vice campione del mondo, ma resti un po’ con l’amaro in bocca e pensi: “Cavolo quand’è che mi ricapita un’occasione così?” Fortunatamente è capitata due gare dopo e ho vinto.
MP: HAI MAI VISSUTO UN MOMENTO IN CUI CREDEVI CHE NON TI SAREBBE PIACIUTO CONTINUARE?
AC: che non mi sarebbe piaciuto no, nulla di questo, però periodi difficili in cui avrei preferito lasciare tutto, sicuramente sì, periodi tanto tosti e impegnativi, non solo fisicamente ma anche mentalmente ci sono stati.
BC: QUALI EMOZIONI PROVI DURANTE LE COMPETIZIONI? AC: più che durante le competizioni c’è il prima e il dopo. Mentre gareggi non provi nulla, sei in un altro universo, non capisci niente, sei completamente disconnesso per inconscio. Prima di una competizione provo tanta carica, tanta agitazione e voglia di fare; dopo la competizione, in particolare quando ho vinto il Mondiale, ero completamente incredulo, non mi sembrava vero, stavo metabolizzando il tutto con calma.
MP: TI È MAI CAPITATO DI CADERE E FARTI MALE? AC: sì, tantissime volte: ai primi Europei che ho fatto mi sono rotto un dito. Durante gli Europei a Pamplona l’anno dopo, dove ho vinto 7 medaglie d’oro, sono caduto nella gara a squadre e ho avuto diversi problemi a continuare il campionato e lì mi sono fatto davvero male; l’ultimo Europeo di quest’anno sono caduto nella 1000 e mi sono proprio schiantato sulla transenna, mi sono fatto malissimo. Oltre a queste qualche altra caduta, ma nulla di grave.
BC: SECONDO TE È UNO SPORT CHE TUTTI POSSONO PRATICARE O CREDI CHE BISOGNA ESSERE PORTATI? AC: possono praticarlo tutti, come ogni cosa. Ognuno può fare quello che ritiene meglio per sé, poi chiaramente come per tutte le cose c’è chi è più e chi meno portato di altri, ma questo non vuol dire che sei meno portato hai possibilità diverse da chi lo è di più. Quindi chiaramente sì, bisogna essere portati, ci vogliono delle caratteristiche, non solo fisiche, che poi quelle si possono sviluppare, ma soprattutto mentali, pochissima paura e tanto coraggio, tanta pazienza e voglia di creare qualcosa.
MP: MOLTI INIZIANO A PRATICARE UNO SPORT IN QUANTO CREDONO SIA UNA ATTIVITÀ IN GRADO DI RIDURRE L’ANSIA E LO STRESS. SECONDO IL TUO PARERE QUESTO SPORT AIUTA A LIBERARE LA MENTE DALLE PREOCCUPAZIONI?
AC: magari in allenamento. In allenamento sei spensierato, arrivi alla sera stanco e vuoi solo andare a rilassarti un po’, stare con i tuoi amici ecc… Ad alti livelli non è così, purtroppo non è tutta una spensieratezza, vai lì con la consapevolezza che farai fatica, con la consapevolezza che ti farai male, perché ti farai male prima o poi; devi vivere la realtà, l’agonismo non è per tutti in questo senso, non è uno sport dove vai lì e ti rilassi. È fatica, sudore, è tanta determinazione e ci vuole tanto coraggio.
BC: COSA VORRESTI CONSIGLIARE AD UN QUALSIASI RAGAZZO O RAGAZZA CHE VORREBBE COMINCIARE A PRATICARE QUESTO SPORT?
AC: come ho detto, di mettersi il cuore in pace e che ci sarà tanta fatica da fare, ma sono dell’ottica che tutti gli sforzi, tutte le energie che usi prima o poi ti vengono ripagate. Non soltanto in un anno, in due, ma nell’arco del tempo sicuramente verrai ricompensato e questo vale per tutto, per qualsiasi cosa tu faccia; se ci metti tanta voglia di fare e tanta passione sarai ripagato, lo sport te lo insegna, ti dà proprio un riconoscimento concreto come una medaglia e tutto quello che ne consegue. Vale per tutto, ma lo sport ti insegna a non mollare, a crederci sempre e che gli sforzi ripagano.
MP: LA FINE DI QUEST’ANNO SI STA AVVICINANDO: STAI LAVORANDO A DEGLI OBIETTIVI CHE TI PIACEREBBE RAGGIUNGERE NELL’AMBITO SPORTIVO ENTRO L’INIZIO DEL PROSSIMO ANNO?
AC: lavorare agli obiettivi ora, dopo un titolo del mondo è un po’ difficile, nel senso che io cambio anche di categoria: quest’anno sono junior, il prossimo anno corro nelle categorie dei senior, quindi le categorie assolute. Diciamo che lavorare per gli obiettivi è una cosa che si fa con la mente più rilassata. Ora chiaramente il mio intento è quello di fare il meglio, ma vale per tutte le stagioni. Tra le finalità concrete c’è sempre il Mondiale, che è un obiettivo fisso, però poi si vedrà man mano.
BC: CREDI CHE FRA QUALCHE ANNO TI VEDREMO ANCORA SUI PATTINI?
AC: sicuramente sì, spero sia a rotelle, ma soprattutto sul ghiaccio. Spero di poter partecipare anche a competizioni più importanti del Mondiale, quindi magari l’Olimpiade sul ghiaccio tra qualche anno non sarebbe male.
Pappalardo Martina 1^CL Civelli Beatrice 2^CL Intervista Andrea Cremaschi
MP: SEI MAI ANDATO A SCUOLA CON I PATTINI? CI PROVERESTI MAI?
AC: no, perché credo sia illegale andare per strada con i pattini, e poi è pericolosissimo.
BC: VORRESTI AGGIUNGERE QUALCOSA?
AC: vorrei ringraziare per avermi invitato e volevo salutare tutti. Grazie.
Pappalardo Martina 1^CL Civelli Beatrice 2^CL Intervista Andrea Cremaschi