Ultimamente mi sono domandato quali fossero i miei tre album preferiti e allora ne ho approfittato per scriverci un articolo. Cercherò di essere il più breve e conciso possibile.
MAN ALIVE! (2020)
A tre anni dall’uscita di ‘’The OOZ’’(2017), King Krule esce con un nuovo progetto: ‘’Man Alive!’’(2020); si tratta di un disco complesso, cupo, a tratti anche rabbioso, nel quale l’attitudine sofferente dell’artista viene espressa nella sua totalità.
L’album contiene 14 brani, nei quali Archy (il vero nome di King Krule) ha modo di mettere in mostra la propria concezione di musica, le tracce, per l’appunto, presentano influenze che vanno dal Post Punk all’Hip Hop, dal Jazz alla Fusion, dal Pop alla No Wave.
Per quanto riguarda i testi, possiamo trovare una scrittura maggiormente volta all’introspezione, dove le riflessioni personali sono, nella maggior parte dei casi, preferite alla trattazione di temi politici (cosa che va in contrapposizione con ciò che è avvenuto nell’album precedente).
Frase a mio avviso più significativa:
‘’Throw a stone, see it land, forget its flight’’
Tre canzoni da aggiungere alla vostra playlist
- Alone, Omen 3
- Comet face
- Please complete thee
TO PIMP A BUTTERFLY (2015)
Se in quest’ultimo decennio l’Hip Hop americano ha cambiato radicalmente volto, lo dobbiamo anche all’album: ‘’To pimp a butterfly’’ del rapper di Compton, Kendrick Lamar. Questo disco rappresenta uno spaccato di ciò che è la cultura afroamericana negli States. Il sound, che mischia elementi classici dell’hip hop americano con elementi provenienti dal Jazz e dal Soul, risulta essere ricercato e alternativo. Ad essere posti in risalto, però, sono i testi che oltre a narrare delle disuguaglianze sociali negli Stati Uniti, raccontano le intricate vicende personali dell’artista. Kendrick è riuscito, in tutti i 16 brani dell’album, nell’intento di adattare il proprio tono, ottenendo come risultato, a mio parere, il miglior album nella storia del Rap americano.
Frase a mio avviso più significativa:
‘’How much a dollar really cost? the question is detrimental, paralyzin’ my thoughts’’
Tre canzoni da aggiungere alla vostra playlist
- u
- Wesley’s theory
- The blacker the berry
PINK MOON (1972)
Se i suoi primi due dischi erano in un certo senso acerbi, il terzo ed ultimo lavoro (‘’Pink moon’’) risultò essere il ritratto più fedele che Nick Drake potesse darci di sé stesso. L’album mantiene un’atmosfera cupa, ma allo stesso tempo capace di donare tranquillità. Drake era ossessionato dall’esercizio della propria chitarra a tal punto da renderla l’unico strumento presente nell’album (eccetto qualche nota di pianoforte presente nella prima traccia), essa fungeva da accompagnamento per la voce e veniva registrata in una stanza apposita negli studi dell’Island Records a Londra. I testi sono prevalentemente enigmatici, sono colmi di metafore e, spesso, è complicato intuirne il significato. I temi che ricorrono più frequentemente sono l’amore e la depressione, patologia di cui Drake era affetto.
Frase a mio avviso più significativa:
‘’Falling fast and falling free you look to find a friend’’
Tre canzoni da aggiungere alla vostra playlist
- Parasite
- Harvest breed
- Things behind the sun
DAVIDE TELAZZI 4FL