Quando, tra molti anni, i successori degli storici moderni dovranno aver a che fare con lo studio della politica della Russia a noi contemporanea, si ritroveranno a fare i conti con una delle più famose figure della politica internazionale, da alcuni acclamata con buona fama e da altri con cattiva, quella dell’omonimo presidente russo: Vladimir Putin.
Prima che io cominci a spiegare la sua storia, è bene descrivere il quadro generale della situazione della Russia dal 1991 fino al 31 dicembre 1999, giorno in cui divenne presidente. A seguito della caduta dell’Unione Sovietica, la Russia affrontò un periodo di forte crisi una volta che l’economia mutò bruscamente da un sistema di stampo socialista, in cui il governo centrale possedeva un forte controllo delle attività commerciali, a una di stampo occidentale, facendo sì che il paese perdesse in poco tempo il 17% del pil nazionale e che i prezzi dei beni di consumo più essenziali quadruplicassero nel giro di quattro mesi. Come se ciò non bastasse, i licenziamenti divennero all’ordine del giorno e, conseguentemente all’aumento vertiginoso della diffusione della povertà, si formò una forte criminalità organizzata, che rappresenta tuttora un problema per la Russia. In questo modo, essendo anche il Cremlino stesso in cerca di denaro, il potere passò nelle mani degli oligarchi: pochi uomini ricchissimi che prestavano soldi allo stato in cambio di azioni e del controllo di appalti e società statali. Così il presidente allora in carica, Boris Yeltsin, si mostrò davanti al popolo russo incapace di gestire la dura crisi e presto divenne il capro espiatorio di tutti i mali che affliggevano il paese e, essendo turbato dai suoi problemi cardiaci e da un tossico rapporto con l’alcol, diede le dimissioni alla fine del 1999 lasciando il posto di presidente a Vladimir Putin, suo più fidato complice, che annunciò l’inizio della sua presidenza il 31 dicembre, prendendo il posto del suo predecessore durante il discorso di fine anno.
Appena salito al potere l’opinione pubblica era facilmente manipolabile a suo sfavore da chiunque data la forte diffidenza verso il governo lasciata dal predecessore Boris, ma a seguito di numerosi attentati terroristici condotti in Cecenia e alcuni anche nel cuore della Russia, come quello del teatro di Dubrovka, avvenuto tra il 23 e il 26 ottobre del 2002, in cui circa 800 civili furono presi in ostaggio da una banda armata, Vladimir Putin divenne una figura di riferimento e un leader per il popolo, allora terrorizzato dalla morte dei propri connazionali innocenti. A seguito poi dell’arresto di alcuni degli oligarchi più ricchi, generalmente accusati per evasione fiscale, il presidente riuscì a garantire che le aziende e le azioni di stato finissero nella mani di suoi fidati collaboratori così da accentrare il potere intorno al Cremlino. È il caso dell’oligarca Mikhail Khodorkovsky, uomo più ricco di Russia, detentore di un colosso petrolifero di nome “Jukosk” (l’attendibilità delle accuse del quale è fortemente contestata dai media moderni, che reputano l’arresto del ricco e la sua successiva morte in strane circostanze un omicidio condotto per eliminare un avversario dello stato).
Sotto i primi mandati di Vladimir Putin la situazione della Russia sembrò migliorare, infatti solo durante la sua prima carica da presidente il pil aumentò del 72% e in questo modo il paese superò la crisi economica dovuta alla caduta dell’Urss, ma la controversa carriera politica di quest’uomo è vittima di pesanti accuse principalmente da parte del mondo occidentale di autoritarismo e di oppressione degli oppositori politici. Un caso molto discusso è proprio quello citato in precedenza, ma se ne potrebbero annoverare altri molto simili e alcuni molto recenti.
Personalmente credo che, mettendo da parte tutte le accuse e tutti gli elogi a lui rivolti, sia innegabile che il futuro della politica internazionale dipenderà in buona parte da quest’uomo tanto carismatico verso i propri cittadini quanto temibile verso gli altri leader politici, tanto contestato quanto acclamato, e che, nel bene o nel male, un domani non troppo lontano anche la nostra vita potrebbe essere influenzata proprio dalle sue scelte e dalle sue opere.
Ludovico Stocco 3BC