PAESAGGI COSTELLATI DI MONGOLFIERE,DANZE SCONOSCIUTE E PERSONE ACCOGLIENTI AMANTI DEL TÈ
In queste settimane sta andando in onda il reality show “Pechino Express”, portando l’attenzione degli spettatori su culture diverse dalle nostre.
Quest’anno la gara si svolge nei territori dove storicamente hanno dominato i sovrani islamici e hanno portato allo splendore le civiltà mediorientali durante i secoli bui dell’occidente, ovvero in Turchia, Uzbekistan, Giordania ed Emirati Arabi.
Le 10 coppie in gara si immergono nella cultura e nella storia delle località attraversate.
Il viaggio di Pechino Express inizia in Cappadocia, una regione straordinaria nel cuore della Turchia, in passato poco visitata, ma ora considerata uno dei posti più affascinanti del paese.
Si tratta di una pianura disseminata di surreali formazioni rocciose chiamate “i camini delle fate”, opera di madre natura e di due vulcani inattivi; i camini delle fate sono stranissime formazioni laviche e coniche che furono nel tempo rifugio per eremiti e riparo per le popolazioni. Queste formazioni, dice la leggenda, erano i camini di abitazioni costruite da fate e da altre creature fiabesche.
Uno dei modi migliori per ammirare questi paesaggi sono i voli in mongolfiera che regalano una splendida vista sulla pianura di rocciosa.
Le rocce della Cappadocia sono costituite soprattutto dal tufo, una pietra morbida facile da scolpire che ha permesso agli uomini di scavare numerose grotte che venivano usate come abitazioni, magazzini e addirittura chiese.
Ne è un esempio Mazi, città sotterranea in cui la gente dormiva, pregava, lavorava e teneva le provviste e gli animali; queste città furono rifugio per molti cristiani durante le persecuzioni in epoca romana.
La Cappadocia è famosa per le sue ceramiche e uno dei produttori più famosi è Chez Galip che è stato il primo ad ammettere donne nel suo laboratorio; 40 anni fa, una delle sue allieve gli regalò una ciocca dei suoi capelli, da allora oltre 16 mila donne hanno fatto lo stesso e lui ha creato il museo dei capelli di Avanos.
Le pareti e il soffitto di questo museo sono ricoperti di ciocche di capelli accompagnate da un bigliettino con il nome e l’indirizzo della donna a cui appartengono.
Possiamo ammirare inoltre anche un esempio di caravanserraglio di Sultanhani, luogo per la sosta delle carovane dove si poteva dormire, mangiare e far riposare gli animali.
Lungo il tragitto i viaggiatori troveranno un minareto pendente, una sorta di Torre di Pisa turca dove è solito farsi le foto mentre si cerca di sorreggerlo.
Si può familiarizzare con le usanze del luogo: si impara che la colazione detta “kahvalti” è il pasto più importante della giornata, si beve tè in ogni momento del giorno e, quando qualcuno parte, si usa fare un delizioso rito per augurargli buon viaggio: gli si dice “vai come l’acqua, torna come l’acqua” e, quando si pronuncia la frase, gli si getta addosso un secchio d’acqua.
Si imparano anche danze nuove come quella dei Dervisci: la loro danza circolare è una forma di meditazione che permette di raggiungere l’estasi mistica.
L‘agricoltura è uno dei settori più importanti dell’economia turca e i prodotti locali più esportati sono le mele, simbolo della città di Elgidir.
Un altro emblema della Turchia è il gallo, tanto che a Denizli troneggia una statua di questo animale.
Suggestivi sono i “Castelli di cotone”, ovvero le piscine naturali di Pamukkale, una montagna ricoperta da bianchissime vasche di acqua termale, ricche di calcio e di anidride carbonica, che hanno scavato la roccia creando un insieme di nuvole dal colore bianco intenso. Sorgono in prossimità delle rovine di Hierapolis, antica città di epoca ellenistico-romana ed oggi area archeologica Patrimonio Culturale dell’UNESCO.
In Turchia tutti possiedono un nazar, chiamato anche l’Occhio di Allah, che, col suo colore blu, serve a “neutralizzare” il malocchio.
Il simbolo viene attaccato sui pannolini dei bambini, sulla porta della casa, e in ogni luogo in cui sia necessario difendersi dalle avversità.
Viaggiando molto è necessario fermarsi per fare rifornimento; i turchi quando sostano non si accontentano di un caffè, ma fanno grandi scorpacciate di deliziosi arrosticini gli agnello e, mentre mangiano, il personale della stazione di servizio lava loro la macchina.
Una specialità del posto, che tutti noi conosciamo, è il kebab, ovvero un piatto tipico della cucina orientale costituito da 5 grossi pezzi di carne sovrapposti alternati a una fetta di grasso di coda di agnello, infilzati, arrostiti su uno spiedo verticale e poi tagliati longitudinalmente in modo da ottenere delle strisce sottili per imbottire panini o pite.
Meno conosciuto è il raki che è una bevanda all’anice turca, ottenuta da un distillato a base di mais, o patate, oppure uva o prugne, aromatizzato con anice e menta.
Si presenta come un liquido incolore con una gradazione alcolica minima del 40%.
Il viaggio approda finalmente ad Istanbul, città dai mille volti che si estende su Europa e Asia (ricordiamo che, però, è Ankara la capitale turca e non Istambul come pensano in molti).
E’ la città che ha più moschee (circa 3000) e per pregare si usa tesbih, una collana simile al rosario cristiano, che deve essere formata da 33, 66 o 99 palline, altrimenti è considerato blasfemo, in quanto quelli sono i nomi di Allah.
All’imbocco del canale del Bosforo, tra la parte asiatica e quella europea della città, si trova una piccola Torre usata come Faro.
Secondo una leggenda, alla figlia di un sultano fu predetta la morte tramite il morso di un serpente; per sfuggire alla profezia, lei si rifugiò nella torre dove le fu recapitato un cesto di frutta contenente un rettile.
La fanciulla venne morsa e morì, per questo il faro viene viene chiamato la torre della Vergine ed oggi è uno degli sfondi preferiti per i selfie ad Istanbul.
Per fare shopping ci si può recare al Gran bazar, che è il mercato coperto più grande del mondo ed è stato costruito dopo la conquista ottomana della città.
Oggi è il posto migliore per comprare l’artigianato locale e i souvenir come un paio di babbucce turche, il lokum (un dolce profumato all’acqua di rose) e un cezve (ovvero il pentolino usato per preparare il caffè turco).
Lo street food più amato è il simit, una deliziosa ciambella di pane croccante ricoperta di semi di sesamo; vengono venduti tramite carretti portati in giro per la città, oppure gli stessi negozianti li trasportano su grossi vassoi tenuti in equilibrio sulla testa.
Oltre al simit, come dolce viene proposto il dondurma, il tipico gelato turco che contiene due ingredienti: il salep e il mastic, che non lo fanno sciogliere e lo rendono gommoso.
I venditori di dondurma sono molto giocherelloni e amano far divertire i turisti facendoli attendere per un gelato anche ore, tanto non si scioglie mai!
Il luogo più suggestivo rimane la cattedrale di Santa Sofia, eretta nel VI secolo ed è ad oggi la cattedrale più grande del mondo usata prima come chiesa cristiana, poi come moschea; in seguito venne sconsacrata ed utilizzata come museo per un breve periodo di tempo, mentre adesso è nuovamente una moschea dedicata alla Divina Sapienza e per di più patrimonio dell’Unesco.
Il calcio in Turchia è popolarissimo e Istanbul ospita molte società calcistiche: una delle più importanti si chiama Besiktas, che ha come simbolo l’Aquila che campeggia nella piazza principale del quartiere omonimo.
Qui si trova anche la stazione di Sirkeci: era l’ultima fermata dell’orient Express, il leggendario treno su cui Agatha Christie ha ambientato il suo famoso giallo; vicino si trova Il Pera Palace Hotel che fu costruito con lo scopo di ospitare i passeggeri dell’orient Express.
Era l’hotel preferito da Agatha Christie, la quale soggiornava sempre nella stanza numero 411, dove oggi si possono ammirare tanti suoi cimeli come una macchina da scrivere: proprio lì scrisse uno dei suoi capolavori “assassinio sull’Orient Express”.
Il prodotto d’intrattenimento più importante che la Turchia ha esportato in tutto il mondo sono le soap opera che, a partire dai primi anni del 2000, hanno sviluppato sceneggiati, come Daydreamer, portando il paese al secondo posto dopo gli Stati Uniti.
Le serie turche sono romantiche e passionali, con location splendide che mostrano gli scorci più belli della città.
Da questo viaggio abbiamo scoperto elementi nuovi su una cultura lontana dalla nostra e le coppie in gara hanno sottolineato la generosità di questo popolo.
Ora ci aspetta la nuovissima tappa che si svolgerà in Uzbekistan, Giordania ed Emirati Arabi.
Rebecca Testa 4AE