È di queste settimane, in uno scenario internazionale in continua evoluzione, la notizia di una prolungata e continua speculazione su greggio e carburanti, il cui prezzo, in particolare quello della benzina, ha sfiorato infatti cifre mai raggiunte in tempi recenti, e numerose sono state le richieste al Governo di un intervento tempestivo.
Il taglio delle accise disposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è previsto, come riportato in Gazzetta Ufficiale, sino al 2 maggio, vista la recente proroga da parte dell’Esecutivo per altri 10 giorni, ma nulla esclude un eventuale ulteriore prolungamento di tali benefici o l’attuazione di misure ancora più concrete, tenendo soprattutto conto del continuo aumentare dei prezzi.
A fronte dei numerosi pacchetti sanzionatori rivolti nei confronti della Russia dalla Commissione Europea e non solo, di pari passo al caro carburante si assiste anche a tangibili aumenti delle bollette di gas e luce.
Per “liberare” il nostro Paese dalla storica dipendenza dai gasdotti di Mosca, Draghi, di concerto con i ministri Di Maio e Cingolani, è volato ad Algeri per incontrare il Presidente Abdelmadjid Tebboune, con il quale ha stretto un accordo per la fornitura di ulteriori 9 miliardi di metri cubi di gas algerino, tre dei quali saranno inviati già entro quest’autunno, per giungere ad un pieno regime tra 2023 e 2024.
Rinominato Eni-Sonatrach, tale contratto costituisce il primo passo della strategia di diversificazione delle fonti energetiche messe in atto da Palazzo Chigi, e sarà compito delle due società rendere operativo e concreto quanto stipulato nel bilaterale.
Ciononostante il costo del gas algerino sarà maggiore del prezzo attuale concordato tempo fa con la società russa Gazprom e, poiché la fornitura risulterà insufficiente, è sul tavolo la possibilità di raggiungere intese anche con Congo, Egitto, Libia ed Afghanistan, nonché con il Qatar, ove il ministro degli esteri Di Maio è recentemente volato per un incontro con l’emiro, e con gli Stati Uniti, il cui export annuo aumenterà di 15 miliardi di metri cubi verso l’Europa.
Il Capo del Governo in tale occasione ha inoltre ribadito la sua intenzione, dichiarata già allo scoppio del conflitto in Ucraina, di lavorare per la difesa di cittadini e imprese dalle conseguenze degli scontri militari ed espresso la volontà di aumentare, oltre all’import di gas alternativo a quello del Cremlino, anche fonti rinnovabili ed idrogeno verde, rimarcando, inoltre, la necessità di accelerare la transizione energetica, creando in questo modo opportunità di sviluppo ed occupazione.
Tra le tante vi sono anche le proposte di un riutilizzo di trivelle per l’estrazione di gas nell’Adriatico e in Sicilia, ora dichiarate inattive o potenzialmente produttive ma non eroganti, o l’acquisto di FSRU (Floating Storage Regasification Unit), unità galleggianti ancorate in prossimità dei porti, il cui costo si aggira intorno ad alcune centinaia di milioni l’anno se noleggiate, ed il cui acquisto è reso difficile dall’ingente richiesta (ne sono presenti solo una quarantina in tutto il mondo), nonché aggravato da notevoli tempi di attesa.
Christian Monti, 1^Be