C: Camilla, Intervistatrice
G: Gabriella Somenzi, Intervistata
C: CHE STUDI HA SEGUITO?
G: Mi sono iscritta al Liceo Scientifico, pur avendo una forte passione per le materie letterarie, e poi ho proseguito con gli studi in Giurisprudenza. Nel mentre, ho partecipato a un corso di sceneggiatura a Milano, siccome la mia passione è sempre stata il cinema. Essendo iscritta a Giurisprudenza, ma proseguendo con il corso di sceneggiatura, ho potuto conciliare da subito tutte le mie passioni: la giustizia, la letteratura e il teatro.
C: CHE CONSIGLI DAREBBE AI RAGAZZI DI QUINTA, IN MERITO ALL’UNIVERSITA’ SICCOME LEI HA STUDIATO IN FRANCIA? E’ MEGLIO SEGUIRE UN PROGETTO ERASMUS FACENDO L’UNIVERSITA’ IN ITALIA OPPURE FREQUENTARE DIRETTAMENTE TUTTA L’UNIVERSITA’ ALL’ESTERO?
G: Intanto io consiglierei, se si ha la possibilità, di provare a fare il quarto anno di liceo all’estero, sicuramente può essere un’esperienza molto formativa. Io non ho purtroppo avuto questa possibilità ma ho rimediato con il progetto Erasmus a Parigi all’università nel 2001, anno in cui ho redatto la tesi e mi sono poi laureata con una tesi bilingue sulla mediazione penale, che è una particolare modalità di risoluzione dei conflitti, appunto in ambito penale, facendo una comparazione tra il diritto italiano e francese. Grazie ad alcuni professori che insegnavano nell’università francese che frequentavo, affiliata con l’Università Cattolica di Milano, ho avuto la possibilità di fare un master nel 2003 sempre sullo sviluppo della politica criminale, quindi consiglio caldamente le esperienze all’estero: nel mio caso ho sempre prediletto il francese, considerato, studiando giurisprudenza, che il diritto italiano, quello francese e quello tedesco sono tra loro molto simili.
Ancora oggi ricordo questo periodo con grande gioia, oltre ad avermi permesso di farmi amici in tutto il mondo e non solo in Francia, quando si torna a casa, si torna con una marcia in più, quindi se si ha la possibilità economica, o di ottenere borse di studio, le famiglie non devono fare altro che incentivare queste esperienze.
C: COME FA A CONCILIARE IL LAVORO DI AVVOCATO E QUELLO DI SCRITTRICE?
G: Io sono avvocato, ma al momento mi occupo di tutela della persona in una società assicurativa, quindi concilio tre realtà: quella di assicurazioni e investimenti, scrivo e, in quanto avvocato, sono membro di due associazioni di volontariato di cui una ha sede a Saronno, e l’altra è l’associazione Valeria con sede a Milano. Diciamo quindi che l’esperienza legale è rimasta legata all’attività di volontariato e di formazione. Io non esercito più come avvocato ma mi occupo della formazione di studenti sul tema della legalità.
C: LEI HA SCRITTO DUE LIBRI: AUTUNNO E IL SESTO SENSO. DI CHE COSA PARLANO? DA COSA NASCE QUESTA VOGLIA DI SCRIVERE? LEI CREDE CHE LA SCRITTURA NASCA CON NOI O SIA QUALCOSA CHE SI PUÒ COLTIVARE?
G: Credo che la scrittura vada coltivata, infatti il problema del nostro attaccamento ai dispositivi digitali ci ha allontanati dalla bellezza della scrittura e dalla difficoltà della stessa. Oggi siamo infatti abituati a cliccare, le parole vengono in automatico e davvero si fatica a scrivere e a ricordare le lettere grammaticali. Infatti quando vado nelle scuole io chiedo sempre di prendere appunti, perché credo che sia una cosa di cui ci siamo dimenticati. Poi non so se si fanno ancora i dettati, ma li ritengo molto importanti. Ognuno poi ha il suo stile, io per esempio mi trovo bene a scrivere, mi è utile e lo trovo quindi congeniale a me, ma comunque è necessario che ciascuno di noi sappia esprimersi a parole; se uno ha un vocabolario limitato faticherà a farsi capire dagli altri.
La mia passione per la scrittura invece nasce intorno ai quindici anni, ho iniziato a scrivere poesie, passando poi alla prosa con Autunno, il mio primo romanzo, scritto negli anni dell’università. La raccolta di racconti Il sesto senso contiene invece scritti sui generis, raccoglie i miei scritti di molti anni, nei quali cambia ovviamente il mio modo di esprimermi. Come detto prima, io con la scrittura vado tranquilla, è il modo migliore che ho di esprimermi, come il parlato, non so disegnare, non so esprimermi attraverso la fotografia, intesa come forma d’arte, ma con la scrittura sono in un posto sicuro.
C: PENSA CI SARÀ MAI UN TERZO LIBRO, MAGARI SULLA LEGALITÀ?
G: Il terzo libro c’è, per quanto riguarda la legalità ho scritto vari articoli, talvolta anche per l’associazione Valeria, dove raccontiamo di progetti che magari facciamo assieme. C’è un terzo libro nel cassetto ma tra il lavoro, l’associazionismo, il volontariato e il mio bimbo piccolo, non riesco a continuare in maniera continuativa con la stesura del libro. Sto lavorando però a una raccolta di poesie, quindi diciamo che almeno quattro ci sono, anche se al momento non sto scrivendo nulla di nuovo.
C: UN SUO SOGNO NEL CASSETTO?
G: Continuare a fare quello che faccio: conciliare il mio lavoro che non è soltanto contare numeri ma è anche relazionarsi con le persone, così da proteggerle. A questo unisco la mia vocazione di aiutare gli altri mettendo a disposizione le mie competenze. Quindi, semplicemente continuare a fare quello che faccio, nel modo in cui lo faccio e con le persone con cui lo faccio.
C: PERCHE’ DOVREMMO COMPRARE I SUOI LIBRI E CHE MESSAGGIO VORREBBE LASCIARE A CHI INCONTRA, A CHI LEGGE I SUOI LIBRI E A COLORO CHE LEGGERANNO QUEST’INTERVISTA?
G: Innanzitutto grazie per avermi dato l’opportunità di registrare quest’intervista. Il messaggio che voglio lasciare è di essere sempre fiduciosi nei propri sogni, coltivare le proprie passioni, rispettando gli altri e anche le indicazioni dei genitori, che arrivano perchè ne sanno di più, sono un punto di riferimento e devono esserci per voi, anche se siete benissimo in grado di capire chi vi da un consiglio disinteressato utile a proteggervi, piuttosto di chi vi dà un consiglio perchè vuole approfittarsi di voi. Consiglio a tutti quindi di essere molto vigili e prepararsi: studiare, studiare, studiare perché sapersi esprimere vuol dire tanto, vuol dire essere davvero se stessi. I miei libri in tal senso possono dare dei suggerimenti, raccontare delle storie che magari qualche ragazzo/a ha vissuto, e possano dare uno spiraglio e dimostrarci che si possono superare i problemi. C’è modo quindi, di affrontare le cose: basta avere forza!
Si ringrazia Gabriella Somenzi per la disponibilità
Intervista a cura di Camilla La Russa