DART, acronimo che sta per Double Asteroid Redirection Test, il cui significato è “freccetta”, è una missione della NASA che consiste nel lanciare a tutta velocità una sonda contro un asteroide per cercare di deviare la sua traiettoria. La volontà della NASA di creare un programma di difesa planetario si concretizza nel 2013 quando la meteora di Chelyabinsk, che aveva un diametro di circa 20 metri, esplose nell’atmosfera sopra l’omonima città Russa creando una forte onda d’urto che ha causato molti feriti e ha distrutto molti palazzi.
DART è una sonda test di 600Kg creata per il programma di difesa planetaria e per l’omonimo progetto è stata lanciata il 24 novembre 2021 attraverso l’utilizzo del vettore Falcon9; ha viaggiato a 23000km/h fino a raggiungere un sistema binario di asteroidi che dista circa 11 milioni di chilometri dalla terra. Come era stato pianificato, la sonda il 27 settembre 2022 si è schiantata contro Dimorphos, l’asteroide più piccolo dei due, con l’obbiettivo di deviarne la traiettoria. Per confermare il successo della missione, nei prossimi mesi diversi telescopi saranno puntati in direzione di quel sistema binario per calcolare il tempo tra due passaggi di Dimorphos davanti a Didymos, il secondo asteroide nonché il più grande del sistema. Così si potrà comprendere la nuova orbita dell’asteroide più piccolo e capire se in nuovi numeri corrispondono alle aspettative della missione in modo da constatare o meno il successo di quest’ultima. Questa missione è solo un test e ad essa ne seguiranno altre con diversi miglioramenti ed innovazioni. Nonostante questo, a bordo di DART sono presenti diverse tecnologie innovative come ROSA (Roll-out solar arrays), un nuovo sistema di pannelli solari che si dispiegano nello spazio come se fossero un foglio di carta srotolato. Un altro elemento all’avanguardia è DRACO (Didymos reconnaisance and asteroid camera for optical navigation) che è una fotocamera che permette di scattare una foto al secondo. Queste foto non saranno solo inviate alla terra ma anche utilizzate per far deviare la traiettoria della sonda in presenza di altri elementi. Un’altra novità della missione è il motore “next-c”, un motore elettrostatico a ioni che è molto efficiente per i viaggi a spazio profondo, anche se è troppo debole per permettere alla sonda di lasciare il pianeta. Alla realizzazione di questa missione ha collaborato anche l’Italia grazie a LICIACube, un piccolo satellite della famiglia “cubesat” finanziato dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e prodotto da Argotec, una compagnia aerospaziale privata con sede a Torino. Questo piccolo satellite si è sganciato dalla sonda principale 15 giorni prima dell’impatto e lo ha monitorato attraverso immagini e raccolta dati. LICIACube è l’oggetto italiano più lontano dalla terra di sempre e grazie alla sua telecamera riesce ad individuare gli oggetti che ha davanti a sé e ad aggiustare la rotta per non colpirli.
Gaia Ferrini, III AC