Se avete acceso la radio o visitato il World Wide Web negli ultimi 10 anni, allora ci sono buone possibilità che abbiate sentito almeno una delle hit che Taylor Swift ha lanciato con il suo album 1989, come Blank Space, Shake It Off o Wildest Dreams.
Uscito il 27 ottobre 2014, il disco non ha esitato a sfondare: nella prima settimana ha venduto 1.3 milioni di copie negli Stati Uniti, diventando l’album più venduto in una settimana dal 2002, ed ha concluso l’anno con ben 3.6 milioni di copie, diventando il disco più venduto del 2014.
Nella carriera della cantautrice statunitense 1989 è stato un album fondamentale. Con il nuovo sound, ottenuto in collaborazione con il produttore svedese Max Martin, Swift si è distaccata dallo stile country che caratterizzava i suoi lavori precedenti. Il genere pop, con evidenti richiami al dance degli anni ‘80, le ha garantito un posto tra le icone degli anni 2000 come Katy Perry e Lady Gaga. La critica lo ha accolto in maniera molto positiva, con alcuni esperti che hanno definito il disco “Pop Bible”, ossia la Bibbia della musica pop.
Che lo si odi (come dice Taylor stessa “Haters gonna hate”) o lo si ami, è impossibile negare il segno che queste canzoni hanno lasciato sulla cultura pop. Ma la domanda che molti si sono posti è stata: potrà mai Swift ricreare un disco così adorato e iconico quando uscirà 1989 (Taylor’s Version)?
Esattamente 9 anni dopo l’uscita della versione originale, il 27 ottobre 2023, 1989 (Taylor’s Version) è comparso su tutte le piattaforme digitali. Insieme alla versione Deluxe, l’album contiene anche 5 tracce inedite che furono scartate dalla versione del 2014.
Inutile dire che i fan più accaniti hanno definito la nuova versione decisamente migliore, più fresca e più matura. Altri invece hanno espresso il proprio scetticismo: la produzione del disco è troppo lontana dall’originale (il produttore non è più Max Martin, ma Jack Antonoff) e molto simile ad uno degli album precedenti della Swift, Midnights, tanto che alcune tracce potrebbero essere considerate elettropop. Insomma, non tutti i fan ne sono rimasti estasiati. Ma c’era da aspettarselo: tornare in studio quasi un decennio dopo e provare a ricreare l’iconicità di uno degli album più di successo degli anni 2000 non deve essere stato facile.
Nello schieramento degli ammiratori, nonostante tutto, prevalgono la voglia di supportare la cantante e la consapevolezza che è impossibile accontentare tutti, soprattutto quando si ha una fanbase di milioni e milioni di persone.
Quindi, anche se Blank Space (Taylor’s Version) non sarà mai all’altezza dell’originale, che ha occupato il primo posto nella Billboard Hot 100 per 7 settimane, quello che conta è che, album dopo album, Swift stia riprendendo in mano la sua musica, mostrandoci allo stesso tempo la maturazione della sua arte.
Kateryna Kichuk, 5BS