Ciao ragazzi, oggi sono qui per parlarvi della situazione Israelo-Palestinese; sono sicura che ne avrete già sentito parlare e senza ombra di dubbio c’è chi è interessato e chi meno, ma credo che un evento del genere non debba essere ignorato, soprattutto con ciò che sta succedendo in questi giorni: abbiamo tutti sentito dell’attacco “terroristico” di Hamas, ma in pochi conoscono realmente la storia che c’è dietro.
Tutto ebbe inizio nel 1881, quando i russi si dimostrarono ostili contro gli ebrei dopo l’uccisione di Alessandro II, e l’antisemitismo cominciò a diventare una vera e propria realtà in Europa. Circa 15 anni dopo, nel 1896, Theodore Herzl, nel suo libro “Lo Stato ebraico”, introdusse il sionismo come concetto di raccoglimento degli ebrei in un’unica terra, e l’anno dopo, nel 1897, si tenne il primo congresso sionista, volto ad ottenere fondi dai diversi governi europei per istituire quello Stato.
Dopo la caduta dell’impero ottomano la Gran Bretagna assunse il controllo della Palestina sotto forma di “mandato” fino a quando il popolo non avrebbe potuto formare il proprio governo e nel 1917, mentre ricopriva la carica di segretario per gli affari esteri, sostenne la creazione di uno stato ebraico in Palestina.
Ebbe luogo a questo punto un’immigrazione ebraica di massa.
Gli ebrei in territorio palestinese tra il 1918 e il 1948 passarono dall’8% al 31%. Così da una parte ai sionisti venne dato il permesso di avere le proprie scuole, fabbriche ed esercito (furono peraltro addestrati militarmente per prepararsi al massacro dei palestinesi), mentre dall’altra i palestinesi vennero oppressi e le loro armi furono confiscate, mentre i sionisti facevano entrare clandestinamente armi nel Paese.
Perciò i palestinesi decisero di reagire, ma furono repressi dai britannici, equipaggiati con l’aiuto dei militari sionisti. Nel 1949, dopo la seconda guerra mondiale, aumentò l’immigrazione degli ebrei, che possedevano il 6% delle terre.
In seguito andarono a crearsi 73 insediamenti sionisti e i palestinesi si trovarono sempre di più sotto pressione. Nel 1947 venne formato l’UNSCOP (Comitato Speciale dell’ONU sulla Palestina), che assegnò il 55% dei territori palestinesi agli immigrati sionisti, mentre il restante 45% fu lasciato ai nativi palestinesi. Nel 1948 i palestinesi, quasi privi di armi, cercarono di difendersi dalle milizie sioniste, che commisero circa 73 massacri contro i palestinesi: tra questi ricordiamo il massacro “Deir Yassin”, che ebbe luogo nell’ aprile del 1948, e durante il quale persero la vita 250 palestinesi, la maggior dei quali donne e bambini.
Ciò terrorizzò gli abitanti dei villaggi vicini che iniziarono a fuggire, mentre i palestinesi rimasti nel Paese cercarono di combattere, ma continuarono ad essere uccisi, e nel maggio del 1948 venne proclamato lo stato di Israele da David Ben Gurion, primo ministro del nuovo Stato; circa 6 mesi dopo Egitto, Siria e Giordania intervennero per aiutare i palestinesi con 56.000 militari arabi contro 117.000 sionisti armati e finanziati dall’America.
Gli arabi persero la guerra e circa 450 villaggi palestinesi furono rasi al suolo dalle forze sioniste, che occuparono il 73% delle terre, non rispettando la risoluzione delle Nazioni Unite. Così il 75% dei palestinesi diventarono rifugiati e fino ad oggi non è concesso né a loro né ai loro discendenti, il ritorno nella loro patria.
Nel 1967 Israele attaccò l’Egitto, la Siria e la Giordania, e scoppiò una guerra in seguito alla quale israele occupò altre terre, come la penisola egiziana del Sinai, la Cisgiordania, Gaza e altri luoghi ancora. Nel 1973 gli arabi risposero subito per recuperare queste terre,ma la striscia di Gaza e la Cisgiordania rimangono tutt’ora nelle mani degli israeliani.
Quest’ultimi presero lentamente il controllo della Palestina, istituendo uno “stato di apartheid” (seconod Human Rights Watch), che va avanti da circa 75 anni.
Tutto ciò rappresenta soltanto la parte storica, dietro alla quale si nasconde il lato violento e
terrificante che non viene mai mostrato alla maggioranza della popolazione mondiale, che è, di conseguenza, disinformata e ignorante a riguardo. Questo perché ad oggi i media sono volti a diffondere le informazioni in una maniera strategica, che ci trasmette il minimo.
TASNIM
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