Pochi giorni prima della stesura di questo articolo, mentre riguardavo gli ultimi appunti per un’interrogazione, mi è capitato di sentire proprio “Happy Xmas” di John Lennon, perché sì, già
a novembre inizio ad ascoltare le canzoni natalizie.
<<And so this is Christmas (War is over)>>, ovvero <<E quindi ecco il Natale! La guerra è finita>>,
ma la guerra non è finita.
Riflettevo ascoltando questa canzone sul fatto che le guerre non finiscono mai davvero e, quando succede, lasciano dietro di loro milioni di perdite sia materiali che personali.
Inoltre, le guerre hanno spesso dei passati, hanno dietro anni ed anni di conflitti precedenti irrisolti, che si riversano magari nei giorni nostri perché repressi per decenni.
<<Conflitto aperto e dichiarato fra due o più stati, o in genere fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi, ecc., nella sua forma estrema e cruenta, quando cioè si sia fatto ricorso alle armi; ciascuno degli stati belligeranti può, nei limiti fissati dal diritto internazionale, esercitare la violenza contro il territorio, le persone e i beni dell’altro stato>> così viene definita la guerra: in altre parole, viene considerata la modalità estrema secondo la quale possano essere risolti i conflitti tra i paesi; viene inoltre citata la possibilità di ogni stato in guerra del ricorso alla violenza non solo su territori ed oggetti personali dei “conquistati”, ma anche sulle persone, perché quando esiste la guerra non può coesistere la giustizia e neanche la vita.
Ho pensato, quindi, a quanto siamo fortunati a convivere con la nostra quotidianità, e, in questo caso, le vicinissime vacanze natalizie in tranquillità, all’interno di una situazione politica pacificamente stabile.
Infatti, in realtà fisicamente non troppo lontane dalla nostra, scoppiano di continuo guerre civili o non che purtroppo ogni giorno provocano decine, centinaia, se non addirittura migliaia di morti.
Poco più di due anni fa e un paio di mesi fa sono scoppiate due guerre che hanno sconvolto l’intera popolazione mondiale: il conflitto tra Russia ed Ucraina e tra Israele e Palestina.
Aldilà della nostra opinione riguardo chi abbia “ragione” e chi “torto” all’interno di questi scontri, ciò che più mi rammarica sono le morti di persone innocenti: anziani, bambini, donne e uomini, anche ragazzi della nostra età. Tutti abitanti semplici, che un giorno vivono quotidianamente nelle loro case, insieme alle loro famiglie, frequentano la scuola e lavorano in uffici o negozi, si incontrano con amici e parenti nei pomeriggi, comprano il giornale ogni mattina, visitano musei o studiano in biblioteca, hanno sogni e speranze come tutti ed il giorno seguente non hanno più niente di tutto questo.
Non hanno una casa, una famiglia, perdono le loro abitudini, i loro desideri e la loro identità; tutto scompare con l’esplosione di una bomba e l’assordante squillo di una sirena.
Un’ulteriore osservazione riguarda il fatto che, a causa delle guerre in corso, moltissime famiglie saranno incomplete tra perdite di parenti, padri o fratelli maggiori a combattere, di cui magari non si hanno nemmeno più notizie.
Questo Natale, più di altri magari, potremmo fare una scelta ragionevole e significativa come acquistare un regalo in meno o se possibile fare una donazione, oppure, in caso contrario, potremmo approfittare delle vacanze per trascorrere più tempo insieme a compagni, parenti che non vediamo da parecchio tempo, amici che abitano lontani da noi o che non abbiamo occasione di incontrare spesso; ciò che secondo me potrebbe essere un’ottima idea è quindi cogliere questa opportunità di “pausa” e riposo per dedicarci a noi e per donare momenti speciali e ricordi indelebili ai nostri cari, invece del classico maglione in lana.
Regaliamoci dei ricordi con le persone a cui vogliamo bene, senza scordare che la fortuna di vivere in un Paese “sicuro” dal punto di vista bellico non è scontata.
Buon Natale!
Vittoria Rossi 1B.C.