Aperto nel 1927 dopo tre anni di costruzione, il Cecil hotel era stato designato per i turisti di media classe. Tuttavia per svariate ragioni, quali la Grande depressione, una grave crisi economica e finanziaria, e la vicinanza dell’hotel a Skid Row (un distretto tristemente conosciuto per la grande quantità di senzatetto e criminali), l’edificio iniziò a diventare un alloggio temporaneo, e talvolta anche una casa, per le persone cadute in povertà e per i criminali, divenendo un centro di spaccio e violenza. La prima morte documentata al Cecil è del 22 gennaio 1927, nello stesso anno di apertura: Percy Ormond Cook, un uomo di cinquantadue anni, si tolse la vita nella sua stanza d’albergo per non essere riuscito a riconciliarsi con la moglie e il figlio. Susseguì, poi, la morte di W.N. Norton, che si suicidò avvelenandosi nella sua stanza nel 1931; seguì Benjamin Dodich che si sparò alla testa nel 1932; di seguito nel 1934 Sgt. Louis D. Borden si uccise ingerendo una lametta, che gli tagliò la gola. Grace E. Magro e Roy Thomspon, rispettivamente nel 1937 e nel 1938, si presume si siano suicidati gettandosi dal palazzo. Nel 1939 Erwin C. Neblett, di 39 anni, morì nella sua stanza e così fu anche per Dorothy Seger l’anno successivo. Più triste fu l’omicidio di un neonato nel 1944, commesso dalla diciannovenne madre Dorothy Jean Purcell: per non disturbare il ragazzo, che stava dormendo, si diresse nel bagno comune per partorire. Credendo che il neonato fosse ancora vivo, lo buttò dalla finestra. A causa del suo stato mentale, che fu dichiarato instabile, fu ritenuta non colpevole del reato da lei commesso. A seguire nel 1947 Robert Smith si buttò dal palazzo, così come Helen Gurnee e Julia Frances Moore nel 1954. Pauline Otton stava, invece, litigando col marito, quando decise di buttarsi dalla finestra del nono piano per insegnargli “una lezione”; cadendo, atterrò su un pedone, George Giannini, che morì sul colpo insieme alla donna. Nel 1964 Goodie Osgood fu vittima di violenza sessuale e omicidio in pieno giorno. Nel 1975 una donna ancora non identificata si buttò dal palazzo. Eppure il Cecil fu, fra la metà degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90, non solo scenario di morti e suicidi, ma anche alloggio di due serial killer: lo “Night Stalker”, ovvero Richard Ramirez, e Jack Unterwerger. Il primo soleva tornare all’hotel nel bel mezzo della notte dal vicolo sul retro ricoperto di sangue, si toglieva i vestiti rimanendo in biancheria intima, anch’essa macchiata, il tutto senza che gli venisse posta alcuna domanda. Ciononostante nel 1989 è stato dichiarato colpevole di tredici omicidi, cinque tentati omicidi, undici violenze sessuali e quattordici violazioni di domicilio. D’altra parte Jack Unterweger fece il check in all’hotel nel 1991; era conosciuto come un giornalista che stava scrivendo un articolo sui quartieri a luci rosse di Los Angeles, in particolare Skid row e l’hotel stesso erano conosciuti come centri della prostituzione e Unterweger ebbe anche contatti con la polizia e con le prostitute per lavorare all’articolo. Era considerato quasi una celebrità, ma ciò che nessuno sapeva è che era stato condannato in Austria nel 1974 per omicidio e violenza sessuale nei confronti di una donna. Subito dopo esser stato rilasciato, sono iniziate a scomparire e ad essere trovate morte diverse donne nell’area in cui viveva ed era sospettato di questi crimini, quindi decise di andare negli Stati Uniti d’America, dove le sparizioni e gli omicidi ricominciarono. Fu arrestato a Miami nel 1992 e condannato per nove omicidi. Qualche ora dopo la sentenza, si uccise nella sua cella. Sempre nel 1992 il corpo di un uomo non identificato fu trovato morto in un vicolo sul retro del Cecil e la polizia non riuscì a capire se fosse stato un incidente, un suicidio o un omicidio. Secondo Amy Price, direttrice dell’hotel dal 2007 al 2017 , come affermato nella mini serie Netflix dedicata all’hotel (Crime Scene: The Vanishing at the Cecil Hotel ), durante i suoi dieci anni di lavoro ci sono state ottanta morti. In realtà, ricercando informazioni sulle morti avvenute nell’hotel, non ho trovato alcuna notizia riguardo quest’elevato numero di decessi; ne risultano generalmente dai sedici ai diciotto, in base ai vari siti, con una minoranza che, rifacendosi alla dichiarazione della direttrice, ne cita circa ottanta. Mi sembra strano non trovare notizie più attendibili, soprattutto su fatti non confutabili come il decesso. Un caso molto parlato di cronaca nera è avvenuto, però, durante il periodo in cui Amy Price ha lavorato all’hotel, ovvero il caso di Lisa Lam: Lisa era una studentessa canadese che fece il check in il 28 gennaio del 2013. Inizialmente alloggiava in una stanza in stile ostello con altre ragazze, che però si lamentarono del suo comportamento molesto, e fu quindi spostata in una camera privata. Ma all’inizio del mese successivo scomparve. Le ultime immagini che la ritraggono sono quelle dell’ascensore dell’hotel. Aveva un comportamento bizzarro: è entrata in ascensore come se volesse scappare da qualcuno, ha premuto una serie di tasti, tra cui quello per tenere le porte aperte, forse inavvertitamente; ha come cercato il luogo più sicuro dove aspettare che l’ascensore partisse. Ha guardato fuori da quest’ultimo, come a controllare l’arrivo di un potenziale inseguitore. Poi a mio parere, iniziano i comportamenti strani: è uscita dall’ascensore quasi a formare un quadrato, fa un passo in avanti, uno a sinistra, uno all’indietro e così discorrendo; ha iniziato a parlare, senza l’ombra di alcun interlocutore. Infine se n’è andata, e non la rivedremo mai più in vita. Il 19 febbraio, quando gli ospiti del Cecil si lamentarono della pressione e del colorito dell’acqua, il personale si allarmò e mandò di conseguenza un addetto a controllare le cisterne. Salendo sul tetto, al quale potevano accedere solo i membri dello staff, l’uomo trovò il coperchio aperto, guardò al suo interno e trovò il corpo nudo e galleggiante, con la faccia rivolta verso il basso, di Lisa Lam. La polizia lo classificò come incidente causato dai suoi disturbi bipolari. Personalmente la trovo un’ipotesi credibile. Ma c’è chi non ci crede. Ci sono teorie complottistiche a causa di diverse coincidenze che riguardano un film, una biblioteca e una ditta di disinfestazioni. Probabilmente non sapremo mai la verità e vivremo col dubbio, ma questa non fu l’ultima morte. Nel 2015 un uomo non identificato cadde dall’edificio. L’hotel chiuse, infine, nel 2017 e fu successivamente venduto. Il progetto dei nuovi proprietari è quello di dividere l’hotel in due parti, una dedicata alle residenze per indigenti, l’altra ad un albergo di lusso. Molti dicono che nell’hotel vaghino i fantasmi dei deceduti e mi chiedo se l’hotel, se mai aprisse davvero, avrà abbastanza ospiti. Non mi fermerebbe molto la supposta presenza di fantasmi, ma ridere e scherzare, guardare un film e dormire, in una stanza in cui potrebbe essere stata sessualmente violentata e uccisa una donna.
Noemi Di Tella