Lo scorso 24 febbraio, a due anni esatti dall’invasione russa in Ucraina, presso la cattedrale di Santa Sofia a Kiev, si è svolta la prima riunione dei Capi di Stato e di Governo delle nazioni parte del G7, sotto la presidenza di turno di Giorgia Meloni. La decisione di convocare i maggiori leader economici mondiali nella capitale, vittima dell’annoso conflitto, rappresenta la conseguenza della necessità dell’Esecutivo italiano di chiarire ogni possibile dubbio circa la presunta vicinanza politica di Roma al Cremlino.
Tra i presenti figurano, tra tutti, la presidente della Commissione Europea Von der Leyen, il premier canadese Trudeau ed il primo ministro belga De Croo. Spicca tuttavia l’assenza di Emmanuel Macron, sostituito dal proprio ministro degli affari esteri, a causa del suo impegno protrattosi per tutta la giornata presso il Salone internazionale dell’Agricoltura a Porte de Versailles, ove il presidente ha partecipato alla discussione circa le recenti proteste dei coltivatori europei.
Alla mera riunione del Gruppo dei 7, alla presenza straordinaria del presidente Volodymyr Zelensky, si è affiancata la cerimonia di consegna delle onorificenze ai difensori dell’aeroporto di Hostomel (o Antonov), teatro dello scontro tra la Federazione Russa e l’esercito ucraino, avvenuto nella notte tra il 24 ed il 25 febbraio 2022.
In seguito, i leader si sono riuniti presso Palazzo Mariinskyi, al fine di rilasciare una dichiarazione congiunta alla stampa circa quanto emerso dall’incontro plurilaterale.
Zelensky esordisce affermando come “la follia russa non regnerà a lungo sull’Ucraina”, per poi proseguire ringraziando i membri del G7 per la vicinanza politica e militare dimostrata nell’ultimo biennio, esortandoli a non tardare nella ormai regolare fornitura di armamenti all’esercito di Kiev, affinché si possano “proteggere i cieli e rafforzare al più presto le truppe a terra”.
La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen non delude le aspettative di Zelensky ed annuncia l’imminente prima tranche da 4,5 miliardi di euro del nuovo fondo di ben 50 miliardi stanziati dall’UE per proseguire nei finanziamenti a Kiev, nonché rassicurando come “i beni sovrani della Russia nelle nostre giurisdizioni rimarranno congelati sino al pagamento da parte del Cremlino della totalità dei danni arrecati al popolo ucraino”.
Nella dichiarazione congiunta alla stampa, i leader del G7 si ritrovano dunque unanimemente d’accordo circa la necessità di fronteggiare apertamente la propaganda russa, facendo attenzione “a non divenirne a propria volta vittime”. Precisa, inoltre, il Presidente del Consiglio come “l’impegno dell’Occidente nel conflitto in Ucraina sia fondamentale non solo per noi, ma per tutti”, dimostrando vicinanza anche agli Stati confinanti, possibili bersagli di un eventuale attacco futuro da parte del Cremlino qualora l’annosa operazione militare contro Kiev dovesse protrarsi ulteriormente.
Al termine della riunione del Gruppo dei 7, il premier Meloni ha avuto occasione di confrontarsi ancora una volta circa l’andamento del conflitto con il presidente ucraino Zelensky in un incontro bilaterale, grazie al quale è stata ribadita la centralità di Kiev nell’agenda politica italiana e del G7, nell’ottica di una futura ricostruzione del Paese.
I due presidenti hanno infine siglato un accordo di cooperazione dal valore decennale in materia di sicurezza, attraverso il quale sono stati rafforzati i rapporti diplomatici, come previsto dagli impegni assunti dal G7 in occasione del vertice NATO tenutosi a Vilnius lo scorso luglio.
Christian Monti, III^BE