Sembrava una tipica mattina d’inverno come le altre, infatti stavo guidando la mia panda quattro per quattro per dirigermi in università.
Giunto al parcheggio scesi e presi un caffè in un bar lì in zona dal momento che ero in anticipo e fu lì che la vidi per la prima volta, con quei capelli annodati e quel bel cappottino che la riscaldava.
Ogni tanto giravo la testa nella speranza di incrociare il suo sguardo, ma stava fissando il suo telefono e credo stesse chattando su instagram.
Dopo aver bevuto la mia bevanda decisi di entrare in università e di cercare l’aula dove avrei dovuto stare per le successive due ore ad ascoltare una lezione di sociologia del professor Tagini.
Durante l’appello mi accorsi che anche la ragazza vista poco prima al bar era presente pochi posti davanti a me e così decisi di ascoltare tutto l’elenco (di circa 250 persone) per scoprire il suo nome: si chiamava Maria, anche se purtroppo non riuscii a sentire il cognome a causa del mio vicino di scrivania che si stava presentando.
Durante quella lezione non riuscii minimamente a seguire una singola parola, in testa avevo completamente altro e così intesi che dovevo escogitare un modo per conoscerla.
La seguii una volta finita la lezione, vidi che prese il pullman numero 128 e cercando su google osservai che esso portava a Milano in zona del citylife.
Nel pomeriggio decisi di dirigermi proprio in quella zona e di stendermi in un parco sperando di vederla, ma purtroppo andò male.
Non sapevo davvero cosa fare e nemmeno cosa potevo inventarmi per incontrarla e conoscerla; era davvero una bella ragazza e non volevo fallire anche questa volta, come quella precedente; pensai che avrei potuto prendere lo stesso pullman per vedere dove sarebbe scesa e così feci il giorno seguente. Notai che lei cominciò ad insospettirsi nel vedermi sempre nei suoi paraggi anche perchè scesi proprio nella stessa fermata; solo dopo compresi l’errore commesso.
Il giorno seguente tentai di rivolgerle la parola, ma non andò molto bene poichè rispose in maniera fredda e scocciata, in seguito alla fine della giornata la vidi venire verso di me e subito il mio cuore iniziò a battere pensando mi stesse per fare una domanda, ma mi passò davanti guardandomi in modo bieco; senza pensarci troppo decisi di inseguirla per comprendere dove stesse andando, in quanto stava uscendo dall’università. Osservai che andò nel parchetto vicino a fumare con una sigaretta elettronica di colore rosa e, se non ho visto male, vi era disegnato anche un unicorno rosa; dopo qualche minuto arrivò un ragazzo (aveva qualche anno in più di noi) e il mio cuore si fermò per la paura che fosse il suo ragazzo; ma a dir la verità non ne fui molto sicuro perchè vidi solo un caloroso abbraccio tra i due e nulla di più, per questo non persi le speranze.
Il giorno dopo ebbi un’idea mentre mi stavo vestendo la mattina, presi il mio telefonino e cercai la nostra università su instagram per vedere se magari Maria la seguisse. Purtroppo quella pagina aveva più di dieci mila followers e dunque compresi che il lavoro sarebbe stato infinitamente lungo; tentai di rintracciare tutte le ragazze di nome Maria presenti tra i seguiti e vidi che erano circa duecentotrenta e subito cominciai a visionare tutti gli account.
Dopo due lunghissime ore la trovai, la riconobbi dal suo giubbotto: lo stesso che aveva quel giorno al bar.
Le mandai la richiesta nella speranza che mi accettasse; ero abbastanza tranquillo, in quanto aveva tremila quattrocentonovantadue followers e quindi perché non avrebbe dovuto accettare la mia richiesta.
Le ore passavano, ma nulla da fare la notifica non arrivava.
Alle 19 in punto vidi che la accettò e io fui l’uomo più felice della faccia della terra, però questa allegria ben presto tramutò in pianto…
Aprendo la sua storia di instagram vidi lei insieme a quel ragazzo visto al parco festeggiare il loro primo anno insieme.
Compresi che anche questa volta mi era andata male, ma forse fu meglio così, visto che stavo diventando quasi uno stalker.
Magnani Riccardo.