9,81 m/s2. La fisica è straordinaria perché descrive la realtà, coglie la sua essenza e la trascrive in numeri.
E 9,81m/s2 è il numero più bello che si possa immaginare. Rappresenta la velocità con cui cadiamo sulla Terra e ci dice una cosa molto semplice: si cade. I corpi cadono e cadono verso il basso, la natura ci ha voluti così. L’universo della fisica si mette vicino a noi, mentre piangiamo e ci disperiamo, ignorando che questo fa parte della nostra vita, proprio perché è vita. Sbagliamo, falliamo, ma questa è la nostra esistenza. Una domanda, ora, sorge spontanea: cosa ci fa stare in equilibrio invece? Qual è la nostra reazione vincolare, si chiederebbero i fisici.
Lasciamo perdere, per un attimo, i vincoli e concentriamoci sulla reazione. Non è un caso che abbia scelto questa parola, piuttosto che “forza”. Nella nostra vita, come nella fisica, la reazione vincolare è l’insieme di tutte le forze che ci impediscono di sprofondare. Ciò vuol dire che su di noi agisce una serie di stimoli che ci provoca una reazione tale da farci rialzare. Una cosa che ho imparato da chi pazientemente ha avuto la cura di spiegarmi questa assurda -ma affascinante- scienza, è che ogni tipo di forza va disegnata a partire dal punto su cui agisce. Insomma, corpo e forza devono toccarsi. Ovvio, direte. Eppure no, non è così scontato. Quante volte capita di chiudersi, di isolarsi dietro qualche dispositivo, di comprare online perché “in negozio c’è troppa gente”? Quante volte abbiamo visto immagini di concerti in cui gli schermi dei cellulari illuminano più dei riflettori stessi? Tanto basta un messaggio…
E invece no, no perché questi stimoli devono toccarci per provocare una reazione su di noi. Devono entrarci dentro, scuoterci, svegliarci per poter fare qualcosa. Ecco che il contatto umano, fisico per restare in tema, è essenziale per il nostro equilibrio. A volte basta una parola, sì, ma non scritta su una chat: “perdiamo tempo” insieme, guardiamoci negli occhi, ascoltiamo le nostre voci, sentiamo il profumo della persona con cui parliamo. Percepiamo le sue emozioni, facciamo parte dei suoi sogni, delle sue idee, anche di quelle contrastanti. La piattezza dello schermo è nulla in confronto alla profondità delle nostre connessioni. Senza tutto questo saremmo corpi soggetti alla nostra sola inerzia e ci precipiteremmo in un vuoto senza fine.
Di recente ho visto un meraviglioso film, Risvegli, ed è proprio il calore del contatto, della cura tra esseri umani a tenere in vita i pazienti, nonostante il fallimento dei medicinali. Perché sì, la scienza può fallire, ma vivere è questione di fisica. Il nostro equilibrio è dato dalla somma di legami che formiamo con i nostri simili, la nostra natura è la nostra forza più grande. Non potremo mai scegliere di non cadere, ma saremo sempre liberi di scegliere come reagire.
Rebecca Guzzetti