Lisa Lam era una studentessa canadese di 21 anni che amava viaggiare. Per questo motivo, decise di mettersi in viaggio per la West Coast nel gennaio del 2013. Passò un paio di giorni a San Diego, poi andò a Los Angeles, ma non ritornò mai più a casa, lasciando il mondo sconcertato e dando origine ad un mistero.
Era il 31 gennaio quando i genitori di Lisa la sentirono per l’ultima volta. Lei era solita chiamarli tutti i giorni e così, quando non lo fece, si insospettirono e si rivolsero alla polizia. Le possibilità potevano essere molteplici: non voleva farsi trovare, si era persa, le era accaduto un incidente, era in pericolo oppure era stata vittima di un crimine. La polizia iniziò a indagare e scoprì che il posto in cui Lisa era stata vista l’ultima volta era il Cecil Hotel, dove lei alloggiava. L’hotel in questione era situato in una zona malfamata e ospitava numerosi criminali. Fu anche teatro di molteplici omicidi. Quando i detective entrarono per perquisire la sua camera, scoprirono che gli effetti personali di Lisa erano stati rimossi dallo staff dell’hotel, ma la direttrice di quegli anni dichiarò che era prassi rimuovere e conservare questi oggetti per trenta giorni se l’ospite non si fosse presentato al check-out. L’impiegato che se ne era occupato dichiarò che la stanza non pareva essere la scena di un crimine, anche perchè non c’erano segni di effrazione. Fra gli effetti personali di Lisa, inoltre, c’era un computer, il suo passaporto e il suo portafoglio. Interrogando lo staff, scoprirono che, nella notte della sua scomparsa, la ragazza era stata sorpresa in un’area vietata agli ospiti e perciò le era stato detto di andarsene. Questa fu l’ultima volta in cui venne vista viva. Dopo giorni dalla sua scomparsa, gli investigatori non avevano ancora trovato nulla di rilevante sul caso ma analizzando le telecamere di sorveglianza, scoprirono che queste non erano presenti su tutti i piani dell’hotel e anche il piano di Lisa ne era sprovvisto. Fu poi trovato un filmato che la riprendeva in un ascensore. Il suo comportamento era bizzarro. Non fu trovato nessun filmato che la ritraesse mentre usciva dal Cecil Hotel, e Lisa doveva dunque trovarsi ancora al suo interno. L’hotel fu quindi perlustrato a fondo, anche grazie all’ausilio di cani poliziotto, i quali fiutarono una traccia di Lisa che partiva dalla sua camera e finiva in concomitanza con una finestra che dava sulle scale antincendio. Furono fatte ricerche anche sul tetto, ma ebbero esito negativo. Trovandosi in difficoltà, diffusero il video dell’ascensore al pubblico. Nel video, Lisa entra nell’ascensore e preme tutti i pulsanti della fila centrale per poi mettersi in un angolo. Si sporge dall’ascensore e guarda a destra e a sinistra. Rientra e si mette contro un muro e poi di nuovo in un angolo, come per nascondersi, come se abbia paura che qualcuno la possa trovare e raggiungere. Guarda fuori alla sua destra, mette un piede in avanti e fa un saltino, mette il piede sinistro parallelo a quello destro, fa poi un passo indietro e rientra nell’ascensore. Ritorna subito fuori e si sposta alla sua sinistra. Si vede un braccio muoversi. Rientra e preme nuovamente i pulsanti, poi esce di nuovo e si rimette dov’era prima. Muove le mani come se stesse parlando a qualcuno, sebbene non ci sia nessuno, o perlomeno, nessuno viene inquadrato dalla telecamera. Infine, va a sinistra. Il video diffuso dalle autorità continua per un altro minuto e mezzo circa, riprendendo l’ascensore vuoto. Per i due minuti e mezzo precedenti, l’ascensore rimane allo stesso piano con le porte aperte, ma appena Lisa se ne va, le porte si chiudono velocemente. Questo perché, magari anche in modo inconsapevole, aveva premuto anche il pulsante per tenere le porte aperte. La diffusione del video portò a una grande attenzione mediatica e molti cominciarono ad indagare. Lisa, inoltre, aveva condiviso sui social i suoi disturbi legati al bipolarismo e alla depressione. Si ipotizzò poi che nel video potesse esser stata sotto effetto di stupefacenti. Si scoprì anche che, inizialmente, condivideva la stanza con delle altre ragazze, ma che a seguito delle lamentele riguardo agli strani comportamenti di Lisa, quest’ultima era stata trasferita in una camera privata. Era dunque ritenuta un soggetto più vulnerabile agli eventuali crimini. Nel frattempo, su internet avanzò l’idea che nel video era stata ripresa una scarpa non appartenente a Lisa. Inoltre in un post antecedente alla partenza per gli Stati Uniti, Lisa aveva parlato di attenzioni indesiderate che aveva ricevuto. Sempre sul web, iniziarono ad avanzare teorie secondo le quali il video reso pubblico sarebbe stato modificato. Venne fatta anche un’analisi secondo cui i millisecondi e i secondi non si scorrevano correttamente, insinuando perciò che il video fosse stato rallentato. Si pensava anche che il video fosse stato tagliato perché, nel momento della chiusura delle porte dell’ascensore, sembrava che queste facessero un salto di una decina di centimetri. Qualcuno iniziò a decifrare i numeri che segnavano il tempo, che erano normalmente illeggibili, trovando uno salto temporale di circa cinquanta secondi. Dopo diversi giorni, alcuni ospiti dell’hotel si lamentarono della pressione bassa dell’acqua e del suo colorito scuro, così vennero mandati gli addetti alla manutenzione a controllare le cisterne, dove venne ritrovato il corpo nudo di Lisa Lam. Secondo le indagini degli investigatori, prima che il corpo venisse scoperto, il coperchio della cisterna era chiuso, Lisa era rivolta verso l’alto e i suoi vestiti erano sul fondo della cisterna. Il coperchio fu però trovato aperto da chi scoprì il corpo. Quando il corpo fu analizzato, si scoprì che non dimostrava di avere segni di violenza fisica o sessuale. Per questo motivo non si pensava che fosse stata uccisa altrove. Le teorie che riguardano il modo in cui Lisa fosse riuscita a salire sul tetto erano due: potrebbe aver usato le scale antincendio oppure potrebbe aver usato la porta accessibile solo allo staff autorizzato anche se in caso avesse aperto, avrebbe attivato l’allarme, ma non venne escluso il malfunzionamento del suddetto. Inoltre venne ipotizzato che qualcuno che lavorava all’hotel fosse l’omicida. Le teorie complottiste riguardo al caso non mancarono : si trovarono analogie con il film Dark Water, in cui una bambina muore annegata in una cisterna; il test per rilevare la tubercolosi effettuato solo qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo si chiamava Lam-Lisa; il codice postale associato all’indirizzo di The last bookshop, una libreria in cui andò Lisa il giorno della sua morte, è collegato al cimitero in cui fu seppellita. Le accuse caddero poi su Morbid, nome d’arte di un musicista death metal, che aveva alloggiato al Cecil e che aveva prodotto una canzone che parlava di una ragazza uccisa annegata. Quando arrivarono i risultati degli esami tossicologici, risultò che Lisa non aveva assunto alcun tipo di droga, ma, allo stesso tempo, aveva livelli troppo bassi delle medicine che avrebbe dovuto assumere per il suo disturbo. A supporto dell’ipotesi che non fosse in uno stato mentale lucido per via dell’insufficiente assunzione di farmaci, è il modo strano in cui si comportò durante un programma tv e nell’hotel stesso. Fu dunque deciso di dichiarare la sua morte come annegamento accidentale causato dal suo bipolarismo. Si pensa, infatti, che si trovasse in una crisi psicotica nel momento della sua morte,in quanto queste erano già avvenute in modalità simili a quelle riprese dalla telecamera. Probabilmente pensava di essere inseguita, e per questo si recò sul tetto e poi nella cisterna per nascondersi. Incapace di uscire da questa, si spogliò per alleggerirsi. Furono sottostimati gli effetti del disturbo e le persone erano convinte che si trattasse di un omicidio. I sospetti ricaddero comunque sul musicista prima citato. Però, il video che lo ritraeva all’hotel, risaliva a un anno prima rispetto alla morte di Lisa e, quando fu uccisa, lui si trovava in Messico. Per l’odio ricevuto, tentò il suicidio. Io personalmente credo all’ipotesi avanzata dalla polizia, anche se le coincidenze sono agghiaccianti. Probabilmente, per sentirsi una persona come le altre, diminuì i dosaggi dei farmaci. Il Cecil Hotel ha una storia macabra e Lisa fa parte solo di uno dei suoi racconti. Era il posto in cui lo Night Stalker si sentiva a casa, era il posto in cui pullulava il crimine e sarà per sempre un posto impregnato da una forte energia negativa.
Noemi Di Tella