Lo Yemen è uno stato situato nella parte sudoccidentale della penisola arabica, ciò lo mette in una posizione molto importante dal punto di vista politico, economico e militare, in quanto ha libero accesso al Mar Rosso e, di conseguenza, al Canale di Suez.
In Yemen si sta combattendo una guerra civile dal 16 settembre del 2014, dove il governo centrale, supportato da combattenti tribali, dalla maggioranza degli stati arabi, dalla NATO e dall’UE, combatte contro il Consiglio Politico Supremo, organo di opposizione all’attuale presidente Hadi, che collabora con disertori delle forze armate e con gli Huthi, i quali si avvalgono del supporto internazionale Iraniano e Nordcoreano, oltre che al supporto clandestino dell’organizzazione paramilitare libanese “Hezbollah”.
Gli Huthi sono forse la fazione più importante in questa guerra civile, in quanto, dal 2004, occupano la maggior parte dello stato, compresa la capitale San’a’; Sono caratterizzati dal forte odio verso il mondo occidentale e verso Israele, proprio per questo motivo, negli ultimi giorni, gli Huthi hanno iniziato ad eseguire varie azioni militari nel Mar Rosso, occupandolo e attaccando con missili antinave vascelli commerciali occidentali, i quali, in alcuni casi, sono addirittura stati occupati.
Questi attacchi sono stati sostenuti con l’aiuto militare iraniano, che ha fornito armi a questo gruppo ribelle.
Gli attacchi sono stati effettuati per scoraggiare l’intervento dell’Ovest nella Guerra Israelo-Palestinese, in quanto gli Houthi sono fortemente alleati con l’organizzazione paramilitare palestinese “Hamas”.
Il primo attacco, avvenuto contro una nave di proprietà di un uomo d’affari israeliano, consisteva in un’incursione via aerea di vari uomini armati: una volta atterrati sul ponte della nave, i ribelli hanno preso il controllo del vascello, diffondendo vari messaggi di propaganda via megafono e via radio.
Questi attacchi hanno causato una risposta militare NATO e UE, i quali hanno autorizzato l’invio di numerose navi da guerra, sia per il controllo dell’area, che per la scorta alle navi commerciali a rischio.
Dall’inizio degli attacchi a gennaio, ci sono stati molti atti di rappresaglia militare principalmente da USA e UK, con l’invio di numerosi gruppi armati e molte ondate di missili verso obiettivi sensibili degli Houthi nel territorio yemenita.
I cacciatorpediniere USA hanno anche abbattuto molti altri missili e droni che avevano come scopo quello di colpire obiettivi navali militari e civili.
Il problema degli attacchi Houthi è particolarmente grave anche sul punto di vista politico, in quanto, come esplicitato prima, sono un corpo paramilitare sostenuto dall’Iran, e questo, abbinato alle relazioni diplomatiche turbolente tra USA e Iran, ha portato a violente proteste, dove le bandiere dei rispettivi stati sono state bruciate, ma anche a incontri diplomatici sempre più freddi tra il presidente americano Joe Biden ed il presidente iraniano Ebrahim Raisi.
Seppur entrambi gli stati hanno dichiarato che non vogliono una guerra, il supporto iraniano agli Houthi non è cessato, e, per questo motivo, nemmeno gli attacchi USA e UK verso posizioni yemenite.
La situazione attuale è parecchio complicata: lo Yemen sta venendo attaccato da una coalizione araba a guida Saudita, gli attacchi Houthi non diminuiscono né tantomeno lo fanno gli attacchi americani, le navi militari occidentali sono sempre di più e le relazioni politiche sono tese.
Fortunatamente, Iran, USA, UK e EU hanno già dichiarato che un confronto militare diretto è altamente improbabile, e che si terranno altri incontri diplomatici per un eventuale cessate il fuoco.
Giacomo Paragliola, 1AC