L’arte di cogliere l’attimo, meglio conosciuta come Impressionismo, corrente artistica del XIX secolo, riesce a rapire l’occhio di chi guarda un qualsiasi dipinto impressionista. Le veloci pennellate sulla tela travolgono l’osservatore che, con la sola impressione che dà l’immagine dipinta, ricostruisce il paesaggio, spesso naturale, rappresentato. Tra gli artisti impressionisti era solito dipingere en plainair, all’aria aperta, dove si riuscivano a cogliere tutti i colori e i dettagli che offrono i paesaggi naturali. E senza un disegno già preparato o un veloce bozzetto del quadro, si iniziava a dipingere seguendo i movimenti dell’ambiente, delle luci e delle ombre che si distribuiscono omogenee, attendendo il momento giusto per rappresentare l’attimo luminoso che stupisce. Nella stessa epoca del realismo, l’impressionismo si faceva strada tra le aspre critiche degli esaminatori d’arte: nei primi anni questa corrente artistica fu chiamata sarcasticamente “impressionismo” dal critico Louis Leroy, quando osservò ad una delle prime mostre impressioniste il dipinto di Claude Monet, “Impressione, Sole nascente”. Giudicò pungentemente il quadro, definendolo solo un’impressione, incompiuto e paragonandolo a carta da parati. Ma proprio la particolare tecnica impressionista riuscì con il tempo a conquistare gli occhi dei critici d’arte e poi del mondo intero, diventando uno dei movimenti artistici più importanti dell’arte moderna.
Emma Garofalo