Nel corso degli ultimi due mesi, quello della crisi di governo è stato uno dei temi che più frequentemente veniva trattato nei telegiornali e sulle prime pagine delle principali testate giornalistiche.
Il tanto discusso Governo Conte ter non ha visto luce, dato che l’incarico di formare un nuovo governo è stato alla fine affidato all’ex Presidente della BCE (Banca Centrale Europea) Mario Draghi. Finisce così il Governo Conte II di maggioranza PD-M5S-LeU-Italia Viva (il cosiddetto Governo giallorosso), succeduto al Conte I sostenuto da Lega e M5S (governo gialloverde).
Ma di preciso, come siamo arrivati ad avere Mario Draghi come Premier? Come funziona una crisi di governo? Da che cosa è nata quella appena conclusa?
Come funziona una crisi di governo
Di fronte a una crisi di governo, il compito di tentare di trovare una soluzione spetta al Presidente della Repubblica attraverso l’esercizio di sue precise attribuzioni. Quest’ultimo infatti, dopo aver ascoltato durante le consultazioni una serie di personalità politiche di spicco (leader di partito, capigruppo parlamentari, presidenti di Camera e Senato, ex Presidenti della Repubblica) può adottare diverse soluzioni in caso di crisi di governo:
- Rinvio alle Camere: Il Governo viene inviato alle Camere per verificare la sussistenza di un rapporto di fiducia nei propri confronti in entrambi i rami del Parlamento. Il Capo dello Stato può utilizzare questa fase per mettere in luce le posizioni di tutte le forze politiche in campo, che devono assumersi una responsabilità collettiva nei confronti della crisi, e attraverso il dibattito in Aula, può capire come muoversi all’apertura delle consultazioni.
- Governo-bis: Il Presidente della Repubblica può scegliere di nominare un nuovo governo e affidare l’incarico di Premier a colui che svolgeva tale funzione prima e durante la crisi di governo, con modifiche della compagine ministeriale.
- Il Presidente della Repubblica può nominare un nuovo presidente all’interno della stessa maggioranza, oppure vi può essere l’espressione di una maggioranza differente da quella che sosteneva il governo uscente.
- Incarico esplorativo: il Presidente conferisce l’incarico ad una figura istituzionale garante di tutti(spesso i presidenti dei due rami del Parlamento), o ad un esponente di secondo piano della maggioranza uscente, con il fine di verificare la possibilità di formare un governo che possa essere sostenuto da una nuova e più solida maggioranza. L’incaricato, come da consuetudine, accetta portando avanti in prima persona un nuovo giro di consultazioni con le forze politiche, per poi accettare nel caso in cui l’esito del mandato esplorativo fosse positivo, o rimetterlo nelle mani del Presidente della Repubblica. Talvolta, accade che l’incarico esplorativo conduca ad un esito positivo, ma che la nuova compagine di governo che ne deriva non sia guidata dalla figura che ne era stata investita, che in tal caso si limita a sbloccare l’impasse confrontandosi con i gruppi parlamentari per favorire un incarico assegnato a una personalità terza: l’esempio più recente del mandato conferito al Presidente della Camera Roberto Fico per verificare l’esistenza di una maggioranza disposta a sostenere un eventuale terzo governo Conte, ne è la conferma.
- Interruzione anticipata della legislatura: il Presidente della Repubblica emana il decreto per lo scioglimento delle Camere ed indice le nuove elezioni, i cui tempi e modi saranno decisi dal governo uscente, invitato a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
- Governo tecnico: soluzione recente, invalsa solo a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, che vede il Presidente della Repubblica conferire di sua propria iniziativa, senza una preventiva dialettica con i partiti, l’incarico a una personalità di primo piano in ambito economico o culturale, spesso non eletta, ma che ha ricoperto altri incarichi di primissimo piano sulla scena istituzionale nazionale o internazionale. Spesso, l’incaricato decide in autonomia anche la compagine dei ministri, confrontandosi solo con il Presidente della Repubblica, e scegliendo esponenti di rilievo della società civile e delle organizzazioni più importanti che regolano la vita pubblica o privata. La maggioranza parlamentare che sostiene governi di questo tipo è spesso assai ampia e coinvolge forze politiche facenti parte di tutti gli schieramenti. In Italia, fino ad oggi, gli esecutivi tecnici sono stati guidati da Carlo Azeglio Ciampi nel 1994, da Mario Monti nel 2011.
- Governo istituzionale: Governo presieduto da un’alta carica delle istituzioni, per esempio dal presidente della Camera dei deputati o dal presidente del Senato. Si tratta di un governo nominato dal presidente della repubblica in caso di emergenza e per un periodo limitato, quando i due rami del parlamento non riescono a trovare accordi per votare a maggioranza un governo politico. E’ il caso del recente Governo che ha come Presidente del Consiglio l’ex Presidente della Banca d’Italia e della BCE Mario Draghi.
Una volta spiegata come funziona una crisi di governo e che cosa ne può derivare, ripercorriamo insieme quella che è stata la storia del Governo Conte II e i principali eventi che lo hanno portato alla caduta, sino alla nascita del Governo Draghi.
Cronistoria dei due governi: dalla crisi del Conte II alla nascita del nuovo Governo
La caduta del Governo Conte I e la nascita del Governo Conte II
Il Governo giallorosso vede la sua nascita a seguito della crisi aperta dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale invoca le urne per portare al governo tutta la coalizione di centrodestra. Fallito questo tentativo, Conte rassegna le sue dimissioni. Affidato nuovamente l’incarico di formare un governo a Conte, quest’ultimo presta giuramento con la sua squadra di governo il 5 Settembre 2019, ottenendo la fiducia sia alla Camera dei Deputati che al Senato (343 voti favorevoli, 263 contrari e 3 astenuti alla prima, 169 voti favorevoli, 133 contrari e 5 astenuti al secondo).
La mossa di Renzi: l’inizio della fine
Ciò che ha causato la fine del Governo Conte II sono stati i pessimi rapporti venutisi a creare fra l’ex Premier Matteo Renzi e l’ormai ex Presidente del Consiglio Conte. Le due figure non sono mai state totalmente d’accordo l’una con l’altra, e i loro contrasti sono spesso emersi in diverse occasioni: dal “caso Bonafede” (ex ministro della giustizia durante il Governo giallorosso, permise la scarcerazione di alcuni boss mafiosi divenuti oramai anziani per motivi di salute legati al Coronavirus) alla presenza del reddito di cittadinanza, i due ex Premier non sono mai stati per l’appunto in piena sintonia l’uno con l’altro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata quando è stata presentata da Conte una prima bozza per mostrare l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund/Next Generation EU. Trovandosi in forte disaccordo con quanto presentato nella bozza, Renzi ha minacciato di ritirare i ministri di Italia Viva dalla maggioranza, minaccia poi divenuta concreta tramite le dimissioni di Teresa Bellanova da Ministro dell’Agricoltura, Elena Bonetti da Ministro della Famiglia e per le Pari Opportunità e Ivan Scalfarotto da Sottosegretario al Ministero degli Esteri.
L’apertura della crisi e il fallimento del Conte Ter
Il ritiro delle figure di Italia Viva ha di fatto aperto la crisi di governo di cui abbiamo tanto sentito parlare nell’ ultimo mese e mezzo. In seguito alla rottura fra Italia Viva e la maggioranza (composta dopo l’uscita di IV soltanto da PD, M5S e LeU), si è deciso di ricorrere al rinvio alle Camere: il Premier Conte, il 18 Gennaio 2021, era riuscito ad ottenere la fiducia alla Camera (343 voti favorevoli e 263 contrari), mentre al Senato il 19 Gennaio 2021 ha ottenuto 156 voti favorevoli e 140 contrari.
Nonostante la Fiducia, Conte sale al Colle il 26 Gennaio 2021 per rassegnare le proprie dimissioni: la crisi di governo passa di fatto nelle mani di Sergio Mattarella, che affida a Roberto Fico un mandato esplorativo per verificare la possibilità di rimettere insieme i pezzi del puzzle della crisi, vale a dire la “piena realizzabilità ” di tornare ad una maggioranza Pd, LeU, M5s e Iv, e dare vita così’ ad un Conte ter.
A fronte di una mancata intesa fra le vecchie forze di maggioranza del Governo Conte II, e di un esito negativo del mandato esplorativo affidato a Roberto Fico, l’idea di avere per la terza volta consecutiva l’avvocato del popolo come Presidente del Consiglio naufraga miseramente.
L’affidamento dell’incarico a Draghi, lo scioglimento della riserva e il giuramento della nuova squadra di governo
Dopo che è emersa l’impossibilità di formare un nuovo governo con Conte come Premier e i vecchi partiti che componevano il Conte II in un’eventuale nuova maggioranza, e a seguito degli incontri avuti dal presidente della Camera Roberto Fico con le forze parlamentari, il Quirinale ha affidato mercoledì 3 febbraio l’incarico di formare un nuovo governo all’ex presidente della Bce Mario Draghi di formare un nuovo governo istituzionale, che ha accettato con riserva. Successivamente, Draghi ha incontrato le forze politiche presenti in Parlamento per trovare una maggioranza necessaria volta ad accettare l’incarico e iniziare a lavorare sui punti di programma che sono stati citati nella breve dichiarazione rilasciata dopo l’incontro con il presidente Mattarella. Sciolta la riserva il 12 Febbraio e presentata la nuova squadra di ministri del Governo Draghi, il nuovo Premier ha prestato giuramento con tutti i componenti del nuovo Governo il giorno successivo, ossia il 13 Febbraio. Il Governo ha ottenuto la fiducia del Senato il 17 febbraio 2021 con 262 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astenuti. Il giorno seguente ha ottenuto la fiducia anche alla Camera dei Deputati con 535 voti favorevoli, 56 contrari e 5 astenuti. Essendo un governo di larghe intese, esso ha al suo interno numerose forze politiche: al suo interno vi sono MoVimento 5 Stelle (4 ministri), Lega (3 ministri), Forza Italia (3 ministri), Italia Viva (1 ministro), Articolo Uno (1 ministro) e Partito Democratico (3 ministri).
Con il seguente articolo abbiamo spiegato il concetto di crisi di governo, abbiamo analizzato i vari scenari che possono derivarne e abbiamo anche ripercorso la storia dei tre governi della XVIII legislatura. Speriamo che questo articolo possa avervi reso le idee più chiare a proposito di quello che si è rivelato essere uno dei temi più ricorrenti degli ultimi mesi, assieme, nostro malgrado, al Covid-19. Ci auguriamo inoltre che il nuovo Governo Draghi possa risollevare l’Italia durante uno dei momenti più bui, se non il peggiore, dal Dopoguerra a questa parte.
Nicholas Ninno, 4BL