L’odierna situazione scolastica, incerta e precaria, porta studenti e professori a proseguire l’anno senza un’effettiva garanzia di come cambieranno le cose da un momento all’altro, rincorrendo il programma di studio in una modalità per molti inadatta e inefficiente.
Durante le ultime tre settimane perciò, molti studenti facenti parte del gruppo dei rappresentanti, assieme ad altrettanti provenienti da attività esterne, si sono movimentati affinché si instaurasse un vero e proprio rapporto di comunicazione fra le varie classi e i singoli individui, con il fine di estrapolare e ad esporre sotto un punto di vista razionale (ma al contempo senza perdere di vista la soggettività infusa da coloro che hanno partecipato all’iniziativa, per non rendere bidimensionale e monovia un progetto necessitante di dialogo e che deve provenire sia dal corpo docenti che dalla massa studentesca) le problematiche che più hanno interessato questi ultimi due anni scolastici, passati fra didattica a distanza al 100% e al 50%, successivamente integrata, dando spazio alla parola di tutti i partecipanti, proponendo i punti sotto forma di lista-manifesto, così che possano risultare visibili a tutti e che si crei un confronto di ulteriore impatto fra insegnanti e alunni e un dialogo costruttivo che fino ad ora è spesso mancato.
Con questo lavoro intendiamo allacciare un legame ancora più stretto, senza sostituirci in alcuna maniera alla figura dei docenti e di tutti gli altri importanti ruoli, muovendoci assieme, consci della situazione attuale, verso un’idea di collaborazione e di lettura delle dinamiche di queste due facce della stessa medaglia.
Come primo punto di questa lista proponiamo l’analisi di una costante fondamentale per la buona riuscita di questo dialogo: la comunicazione, sia nei periodi di didattica a distanza al 100% che durante quella mista. Spesso, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, in diverse classi si è sentita la mancanza di un rapporto stabile permanente, cosa che da un lato appare inevitabile a causa delle evidenti restrizioni che l’emergenza sanitaria (e in parte la tecnologia) impone, risultando quindi un minimo comprensibile; ciò nonostante in diverse occasioni si è percepita una mancanza di approccio, e questa carenza suscita in molte occasioni situazioni di astio e incomprensione ostacolanti un legame già indebolito da diverse circostanze esterne. Un fenomeno ricorrente, tanto in dad quanto in did, è costituito dall’accusa (alle volte infondata) nei riguardi della tecnologia e degli ipotetici danni che essa apporta, giustificando spesso un clima di tensione che non si riesce a gestire: come conseguenze si riscontrano un calo dell’apprendimento e una diminuzione dell’interesse del singolo studente nelle diverse materie.
Come secondo elemento da affrontare abbiamo riportato la base sulla quale si fonda ogni legame duraturo, ovvero la fiducia, che in questi mesi è stata messa a dura prova, soprattutto dal distacco fisico (influendo di conseguenza anche sulla complicità psicologica che si è creata): in situazioni tali risulta necessaria un’alta dose di fiducia, sia da una parte che dall’altra, e in moltissimi momenti la percezione della mancanza di quest’ultima ha portato alla creazione di climi sfavorevoli da un punto di vista didattico (non solo a livello di rapporti umani fra studenti e docenti, ma anche sul piano del rendimento), poiché molto spesso si dubitava di noi e della nostra volontà, privando chi si impegna con serietà e laboriosità della possibilità di dimostrare le sue abilità e la sua voglia di fare; si tendono invece ad accentuare invece i singoli casi che danneggiano l’intera immagine di un corpo studentesco che, al contrario, non si è minimamente risparmiato nel dare il suo contributo all’ambiente scolastico. Un’ipotetica soluzione consiste nello stabilire dei parametri di rispetto reciproco e di fidanza, condizioni che, contro i diversi pregiudizi che bloccano i singoli individui ad agire, possono venire ottenuti mediante un confronto diretto, conducente a decisioni non aggirabili e convenienti per tutti,
Il terzo spunto di riflessione riguarda una mera questione di rendimento: in diverse occasioni è emersa una situazione di estremo disagio durante numerosi compiti in classe o interrogazioni (soprattutto nelle materie di indirizzo) che portano a risultati scadenti, un’ accumulazione continua di lavoro, ma soprattutto una quantità disarmante di lacune, molti di noi temono certo la difficoltà nel riuscire a concludere l’anno senza grossi problemi nel campo dei voti, ma soprattutto temiamo di non riuscire ad acquisire le competenze necessarie per proseguire il percorso scolastico, venendo ogni volta liquidati con una frase di circostanza e di tanto in tanto dipinti come gli unici responsabili di qualsivoglia problema didattico riscontrato.
E questo timore nasce, in aggiunta all’evidente problema delle mancanze, in seguito all’accalcamento, in pochissimi giorni (e in alcuni casi all’ultimo) proprio delle prove orali e scritte che, in maniera parzialmente comprensibile, i professori tentano maniacalmente di infilare in una data meno possibile lontana nel tempo, sia per la paura di ritornare in dad, che per il desiderio di recuperare ogni verifica non fatta durante i mesi a distanza.
Nonostante ciò si cerca sempre di non far pesare le varie scelte, visto che si immaginano le diverse necessità che i docenti hanno e devono soddisfare. Purtroppo però, questa capacità di comprensione non compensa gli sforzi che bisogna compiere per raggiungere gli obiettivi che i vari test pongono, e non colma le lacune che uno studente riscontra, arrivando così a ricevere valutazioni e riscontri negativi e perdendo delle competenze indispensabili, anche per gli anni successivi (costringendo peraltro molti di noi a prendere ripetizioni fuori dalla scuola per tentare di tappare questi buchi), tutto ciò per un sovraccarico che non viene ben gestito: ovviamente anche noi studenti dobbiamo mettercela tutta per venire incontro ai nostri insegnanti, tuttavia l’impegno non produce tutti i frutti sperati, e sembra che i docenti non se ne rendano conto.
Ed ecco qui esposti i nostri elementi salienti, che hanno minimizzato i rapporti fra noi e i nostri docenti, ma che abbiamo intenzione di risanare con buona volontà e laboriosità: con questo ci dichiariamo disponibili ad un confronto aperto per migliorare delle situazioni di gruppo e personali, per migliorare e migliorarci, sempre insieme.
A cura di: Carola Joséphine Lovati, IIAC
Con la collaborazione di: Leonardo Vargiolu, IIAC