Nella storia dell’arte troviamo infiniti baci, alcuni più famosi come quello di Hayez o Klimt, altri meno, anche se altrettanto belli, come quello di Toulouse-Lautrec e, ovviamente, come quello di Munch.
Il dipinto di Munch è uno di quelli che ti fermi ad osservare intensamente, a prescindere da quanto possa piacerti, perché è suggestivo, ipnotico e non puoi evitare di perdertici dentro.
L’artista dipinse questa tela nel 1897 e questo è solo uno dei pezzi che dedicò al tema del bacio. Nel dipinto si possono distinguere due figure poste al centro, il cui profilo occupa l’intero spazio a disposizione; si può inoltre presumere che sia notte, a causa dei colori molto scuri e delle ombre nette dei corpi. A contribuire a rendere l’opera affascinante e viva sono le linee di energia che i corpi dei due amanti emanano: il loro bacio è talmente intenso da renderli un’unica essenza, da fondere i loro volti insieme e da rilasciare così un’energia, che diventa manifesto di vero amore o di una logorante passione. Le vibrazioni emanate rendono l’atmosfera viva e penetrante, come se il loro bacio avesse provocato una collisione tra i corpi portando le stesse figure a non avere più una connotazione reale (visibile dalle linee non nette).
Personalmente il quadro suscita in me una strana malinconia, dovuta forse ai toni scuri del viola e del rosso, o forse solo al bacio in sé, che da una parte diventa il pretesto per mostrare a chi non conosce l’amore cosa possa significare un bacio, dall’altra rimane come vago ricordo o incessante desiderio. Inoltre, è tipico dell’arte di Munch prestare attenzione a quelle emozioni nascoste: il dolore, la sofferenza, il terrore, l’irrequietezza e la perdita della propria identità e così persino un tenero incontro tra amanti risulta inevitabilmente insito di profondi significati e porta con sè un tormento interiore, questa volta, però, dell’osservatore.
Penso spesso a come l’arte abbia la rara e grande capacità di esprimere emozioni e sensazioni attraverso immagini che, senza parole, rappresentano la realtà e sono in grado di essere universalmente comprese, anche se con significati diversi.
Sofia Summa, 4°Ac