È recente la notizia della scomparsa di David Sassoli, avvenuta ad Aviano la notte tra il 10 e l’11 gennaio; si spegne così a soli 65 anni un importante giornalista, nonché un convinto europeista ed un sincero democratico, come lo ha ricordato la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Nato nel 1956 a Firenze e cresciuto a Roma, dopo gli studi liceali intraprese, seguendo le orme paterne, un percorso nel mondo dell’informazione, dapprima in quotidiani quali “Il Tempo” ed “Il Giorno”, fino ad approdare nel 1992 alla redazione del TG3 come inviato speciale, per poi passare, dopo differenti incarichi, al TG1, divenendone vicedirettore nel 2006.
Nonostante il successo ottenuto sul piccolo schermo, Sassoli decise ben presto di rivolgere la sua attenzione alla politica, candidandosi tra le file del Partito Democratico alle Europee 2009, in veste di capolista nella circoscrizione dell’Italia Centrale.
A spoglio avvenuto risultò il primo degli eletti, raccogliendo oltre 400 mila preferenze, e tra i più votati nel nostro Paese. Insediatosi a Strasburgo ottenne il ruolo di capogruppo del PD e nel 2014 figurò tra i 14 vicepresidenti dell’Eurocamera.
Il 3 luglio 2019 viene nominato Presidente del Parlamento Europeo con 345 consensi al secondo scrutinio, succedendo ad Antonio Tajani, divenendo il settimo italiano a ricoprire tale carica.
Di forte convinzione europeista, nel suo discorso di insediamento ha sottolineato e rimarcato come l’Unione non sia un incidente della storia, ma il frutto dell’antidoto al dilagare eccessivo dei nazionalismi nel ‘900, ed ha ribadito l’importanza di creare una comunità coesa e democratica.
Dopo essere stato colpito da una forte polmonite da legionella lo scorso settembre, ormai agli sgoccioli del suo mandato, pochi giorni prima di Natale ha annunciato la non ricandidatura alla Presidenza dell’Europarlamento, dichiarandosi comunque disponibile al proseguimento del suo impegno europeista.
Appena diramata la notizia della sua scomparsa, innumerevoli sono state le testimonianze di affetto e vicinanza alla famiglia, nel ricordo del suo operato, a partire dai vertici Ue sino a giungere alle forze parlamentari italiane, di ogni colore ed orientamento politico, riconoscendo in lui lealtà ed onestà.
Non sono tuttavia venuti meno i soliti “leoni da tastiera” che, attribuendogli titoli dispregiativi ed individuando il vaccino anti-Covid quale responsabile del suo decesso, hanno sfruttato la sua dipartita come trampolino di lancio per una ribalta mediatica.
Numerose sono state inoltre le cerimonie in sua memoria e diverse le intitolazioni, porteranno tra i tanti il suo nome la Sala dei Trattati Europei presso la Farnesina, la Sede del Partito Democratico di Seravezza e lo studio del TG1.
A succedergli alla guida del Parlamento è la maltese Roberta Metsola Tedesco Triccas, che ne ha assunto le redini il 18 gennaio scorso, ribadendo l’impegno del suo predecessore nel perseguire una politica di integrazione e democrazia, ideali alla base del pensiero e dell’azione di Sassoli.
Christian Monti, 1^Be